Italia Nostra

Data: 11 Marzo 2014

Strage di alberi secolari nel parco delle Serre in Calabria

Più di 2600 alberi stanno per essere abbattuti. Basta con la distruzione del patrimonio naturale

Il comune di Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia, ha deciso di abbattere 2.603 alberi, di cui molti secolari, nel cuore del Parco Naturale Regionale delle Serre, area SIC – sito di importanza comunitaria – zona di riserva generale orientata in Calabria. Tra gli alberi predisposti al taglio, anche l’ABETE BIANCO PIU’ ALTO D’EUROPA, oltre 50 metri di ALTEZZA per una base di 5,5 metri di CIRCONFERENZA, dimensioni che lo identificano come un vero patriarca vegetale, tra i più grandi d’Europa.

Italia Nostra, WWF,  Man, Lipu–Sezione Rende, Altura e CNP chiedono l’immediato intervento del Ministero dell’Ambiente e del MiBACT per accertare se si stanno verificando abusi. L’amministrazione comunale di Serra, negli ultimi anni, ha già consentito il taglio di ben 9.291 alberi nel suo territorio. Tra le 2.603 piante delle quali ora è previsto il taglio, ben 1.090 sono esemplari del raro Abete bianco, maestosi alberi secolari, tra i più antichi d’Europa, meritevoli di custodia e di tutela assoluta.

Lo stesso comune ha anche organizzato, per il prossimo 25 marzo, un’asta pubblica per la vendita di materiale legnoso proveniente dal taglio di tre lotti boschivi, di proprietà del demanio comunale. Ci si chiede come sia possibile che questi alberi secolari vengano trattati come una qualsiasi merce, volutamente ignorando che il rilevante patrimonio forestale dei parchi e delle aree protette dell’Appennino meridionale costituisce un “unicum” straordinario nel nostro Paese per la ricchezza della biodiversità e la bellezza del paesaggio.

Serra San Bruno, centro montano famoso per la presenza nel suo territorio dell’antica Abbazia certosina dei SS. Stefano e Bruno, fondata da San Bruno da Colonia, non vorrà passare alla storia per aver distrutto una parte del patrimonio forestale che i monaci certosini con cura, pazienza e competenza avevano messo a dimora, curato e tramandato alle future generazioni. Ma il caso del comune di Serra San Bruno non è l’unico, purtroppo; fatti analoghi sono avvenuti in questi ultimi anni anche nei parchi nazionali della Sila, del Pollino, del Cilento. Per salvare migliaia di alberi secolari dall’abbattimento si sono mobilitati comitati civici ed alcune associazioni.

Quanti altri sfregi ai danni di parchi, boschi secolari, aree protette che madre natura ha fatto crescere in centinaia di anni e che le motoseghe distruggono in poche ore, dobbiamo denunciare prima che le Autorità responsabili decidano di intervenire, fermando il massacro?

Teresa Liguori – Vicepresidente nazionale Italia Nostra

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Italia Nostra Italia Nostra, ufficio stampa | Maria Grazia Vernuccio

cell. 335.1282864 | email: mariagrazia.vernuccio@gmail.com

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Per approfondimenti:

Articolo da www.ilvizzarro.it

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APPELLO  DA MADRE NATURA PER LE SERRE CALABRE

Nel cuore delle Serre Calabre, a poca distanza da dove vivono i monaci certosini di San Bruno di Colonia, si estende una vastissima foresta di abeti bianchi e faggi. Una foresta monumentale, un bosco vetusto, come pochi ve ne sono ancora in Europa. Alcuni abeti raggiungono i cinquanta metri di altezza ed i cinque metri di circonferenza. Il suo nome è enigmatico ed indecifrabile, tanto è antico: Archiforo. Ma è l’atmosfera della foresta  dell’ Archiforo c…he è unica.
In mezzo alle navate immense di questo santuario della natura, si ergono misteriosi ammassi di grano-dioriti che recano nomi pur
’essi antichi (Pietra dell’Ammienzo, Pietra del Signore, Pietra del Caricatore, Pietra di Lu Moro) e che hanno fatto pensare a dolmen di civiltà perdute. La foresta, con il verde scuro delle fronde degli abeti sale dalla conca di Serra San Bruno sino al crinale di
Pietra del Caricatore e di Monte Pecoraro per poi, ininterrottamente rituffarsi sul versante opposto verso il Bosco di Stilo e Ferdinandea. Il medico militare Horace de Rilliet, quando vide questi boschi, in epoca borbonica, scrisse che erano più belli delle abetine svizzere, sua patria. E
’ soprattutto per lArchiforo, oltre che per altri importanti siti naturalistici, che fu istituito il
Parco Regionale delle Serre. E’ ultimo lembo antico delle vaste foreste di abeti bianchi che ricoprivano le Serre. L’Abete bianco delle Serre, secondo il Chiarugi, è forse una varietà di transizione vicina al raro Abete dei Nebrodi, in Sicilia. Bene, dopo aver salvato svariate volte dai tentativi di taglio inconsulto questo meraviglioso bosco storico (ma non, purtroppo, dai continui saccheggi e dalle ruberie), ora dobbiamo trovarci ancora una volta dinanzi al tentativo scellerato dell’ente proprietario, il Comune di Serra San Bruno, di tagliare industrialmente l’Archiforo.

Caro Sindaco, fate un passo indietro, rispettate la maestosita’ dei boschi.

La Natura ringrazia.

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