Centrale del Mercure: è l’ora della verità. Nei giorni scorsi il direttore dell’Osservatorio ambientale Valle del Mercure Giovanni Marsili, intervenendo all’assemblea dei soci sulla valutazione dell’impatto ambientale e sul monitoraggio della centrale a biomasse che si trova nel parco nazionale del Pollino, tra Calabria e Basilicata, aveva identificato l’area dove sorge la struttura come “una delle zone meno inquinate d’Europa” sulla base delle rilevazioni della rete di monitoraggio della qualità dell’aria. Immediate le repliche dei rappresentanti del Forum “Stefano Gioia” che hanno affidato ad una relazione le loro puntualizzazioni.
A ribattere inoltre ai dati forniti dall’Osservatorio, Teresa Liguori, vicepresidente nazionale di Italia Nostra, e Vitantonio Iacoviello, consigliere nazionale di Italia Nostra e presidente della sezione Vulture Alto Bradano.
“Italia Nostra chiede che le ingenti risorse stanziate per la Centrale a biomasse del Mercure vengano invece destinate ad attività produttive ecosostenibili nel settore della agricoltura di qualità e dell’allevamento all’aperto e nella promozione del turismo naturalistico ed agriturismo – sottolinea Liguori – Oltre che nella conservazione e tutela del patrimonio forestale naturale e della biodiversità. Osservazioni, da noi condivise, su criticabili aspetti tecnico-scientifici delle relazioni presentate di recente, sono state già avanzate da Rappresentanti del Forum “Stefano Gioia”, che da circa 20 anni seguono questa vicenda, visto che, anche in questo caso, le carenze appaiono gravi e insanabili, a cominciare dal fatto che lo studio delle condizioni microclimatiche –fondamentale per valutare le ricadute degli inquinanti -, incredibilmente, non riguardi la valle del Mercure, bensì una valle diversa e distante da essa, quella di Latronico. Qualsiasi ulteriore commento al riguardo appare del tutto superfluo”
L’impatto inquinante della centrale a biomasse del Mercure ricada su un territorio prezioso, fragile e teoricamente protetto a livello nazionale e dell’Unione Europea (infatti, è anche Zona di Protezione Speciale dell’UE). L’impianto peraltro produce pochissimo (appena lo 0, 0002 dell’energia prodotta in Calabria, Regione che ha già un surplus energetico di oltre il 170%), bruciando, 350.000 tonnellate l’anno circa di legno vergine.
“Cosa, dunque, può spiegare questa vera e propria aggressione ad un territorio protetto, con grave impatto sulla biodiversità, distruzione del patrimonio forestale, rischi per la salute dei residenti, rischi di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata e danni anche al tessuto economico e occupazionale (turismo e agro-alimentare di qualità) dell’area? – riprende Liguori – Ancora una volta la risposta è di natura economica: i guadagni che la centrale garantisce, grazie agli enormi incentivi PUBBLICI. Nel solo 2016 (primo anno di attività della centrale) il Mercure ha “fruttato” ben 49 milioni di euro, di cui soltanto 10 da produzione di energia e addirittura 39 milioni di euro da incentivi pubblici! Questo è l’unico reale vantaggio – per i PRIVATI! e confliggente con il bene e l’interesse PUBBLICO- che la centrale del Mercure garantisce.”
“La centrale del Mercure è una ennesima dimostrazione di come si calpestano i territori – sottolinea Iacoviello – la salute e la dignità delle persone che vi abitano. Nonché il Paesaggio, grande Patrimonio. Penso alla centrale, penso all’eolico, al fotovoltaico a terra, alla devastazione degli ambienti e degli ecosistemi naturali dei fiumi e dei torrenti a causa delle centrali mini idroelettriche.”
Osservazioni Forum “Stefano Gioia” pubblicate sulla stampa:
https://www.lasiritide.it/canestro.php?articolo=28276