E’ di questi giorni la notizia che la Croazia ha ufficialmente dato il via libera alla gara per le petrolifere nelle sue acque territoriali. Nei primi mesi del 2015 deciderà chi tra le 40 grandi compagnie petrolifere che hanno risposto al bando potranno ispezionare i 29 blocchi esplorativi in cui è stato suddiviso l’Adriatico croato.
In pratica a poche miglia dalle nostre coste assisteremo, inermi, alle numerosissime introspezioni marine che interesseranno per “8 blocchi esplorativi” le acque che vanno dal golfo di Venezia fino ad Ancona, mentre “21 blocchi esplorativi” copriranno l’Adriatico centro meridionale e, dal momento che, ogni blocco potrà contenere, a sua volta, due blocchi esplorativi, se ne deduce che di fronte alle nostre coste ad una distanza di circa 30 miglia marine (50 Km) potremo ammirare ben 58 torri estrattive.
Una bella beffa per tutte quelle regioni come la Puglia, il Molise, l’Abruzzo, ma anche le Marche, l’Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia, che unitamente alle associazioni ambientaliste, hanno fortemente contestato, scendendo in piazza, la realizzazione di prospezioni geosismiche al largo delle loro coste, e che oggi vedono, la loro azione non solo vanificata ma addirittura aggirata e sbeffeggiata dalla decisione del governo Croato.
Un vero e proprio escamotage che ha visto le multinazionali del petrolio, tra cui la nostra ENI, bypassare la forte opposizione alle trivellazioni marine incontrata sul nostro territorio, spostando nelle prospicienti acque territoriali della vicina Croazia le loro trivellazioni.
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