Domani le commissioni Ambiente e attività produttive di Camera e Senato hanno in calendario l’approvazione dello schema di decreto legislativo (AG 292) che dovrà dire dove si possono installare in Italia le nuove migliaia di torri eoliche da 260 metri, come tante Torre Eiffel, e i campi intensivi di fotovoltaico per migliaia di ettari, come previsto dal Governo con i piani di settore (PNIEC) finanziati con i 70 miliardi dedicati dal PNRR.
Italia Nostra, come le altre 14 associazioni facenti parte della Coalizione articolo 9, ha messo in guardia le istituzioni sui tanti punti inaccettabili per il loro impatto sull’ambiente e sulla assurda mancanza, nel decreto in esame, delle regole su dove fare questi nuovi e impattanti impianti (si rinvia a un futuro e futuribile decreto del Ministero dell’ambiente), con la conseguenza che, nel frattempo, questi impianti si potranno realizzare su aree fondamentali per il nostro patrimonio culturale e ambientale come i siti archeologici, siti UNESCO, parchi nazionali e regionali, aree agricole (pericolo denunciato anche da Coldiretti) e aree della rete europea Natura 2000. Abbiamo anche suggerito, anziché consumare ulteriore suolo, di utilizzare prioritariamente, per il fotovoltaico intensivo, i 7000 chilometri quadrati di coperture industriali esistenti e i 9000 chilometri quadrati di aree già impermeabilizzate e degradate, in modo da addirittura superare l’obiettivo di 70 gigawatt di energia da rinnovabili, fissato a livello europeo.
Tuttavia, nella proposta di parere recentemente pubblicata sul sito del Senato, nulla di tutto questo è stato accolto, anzi troviamo un netto peggioramento del testo. Addirittura, come denunciato dal Fatto Quotidiano, si dà il via al disboscamento selvaggio del territorio, per farne legna da ardere, che ora chiamano biomassa, nelle centrali termoelettriche.
Chiediamo pertanto che le commissioni parlamentari e i deputati domani cambino in senso ambientalmente sostenibile il testo al loro esame e si ricordino le loro responsabilità di conservare l’ambiente e il paesaggio e di trasmetterlo, come bene identitario, “volto della Patria” come lo definiva Benedetto Croce, alle generazioni future.
ITALIA NOSTRA