Italia Nostra

Data: 19 Novembre 2012

Attività off-shore e gestione integrata delle zone costiere

Italia Nostra chiede al governo italiano la firma dei protocolli esecutivi della Convenzione di Barcellona.

La riunione della Conferenza Internazionale delle Regioni Adriatiche e Joniche, tenutasi presso la sede del Consiglio regionale del Veneto il 9/11/2012 si è chiusa approvando un ordine del giorno, rivolto al governo e al Parlamento italiano, in cui si chiede la ratifica del “protocollo sulle Attività off-shore “ della convenzione di Barcellona. Nello stesso ordine del giorno si è proposta anche la raccolta di firme per un referendum sulla abrogazione dell’art. 35 della legge 134 del 2012 (ricerca d’idrocarburi).

L’Italia pur essendo fra le nazioni firmatarie della Convenzione di Barcellona con la quale 21 stati esteri, compresa l’Unione Europea, hanno inteso proteggere l’ambiente marino della regione costiera del mediterraneo e affrontare le sfide di uno sviluppo sostenibile, non ha di fatto sottoscritto nessuno dei due protocolli esecutivi previsti dalla “convenzione”.

I protocolli, entrati in vigore il 23 marzo 2011, sono strumenti giuridici per la tutela ambientale nel Mediterraneo e riguardano le Attività Off-shore, con tutta una serie di norme specifiche per la  protezione del Mar Mediterraneo dall’inquinamento e per la limitazione dei danni sulle risorse naturali e sulla biodiversità, prodotti dall’esplorazione e dallo sfruttamento dei fondali marini e del suo sottosuolo, introducendo un nuovo iter di autorizzazioni, monitoraggio e di responsabilità in caso di danno e la Gestione Integrata delle Zone Costiere (Gizc), riguardante tutta una serie di indicazioni efficaci per assicurare che le azioni umane sulle coste siano effettuate avendo ben presente l’equilibrio economico, gli obiettivi sociali ed ambientali, e le priorità da rispettare in una prospettiva a lungo termine. Al suo interno, sono contemplati utili e innovativi strumenti per aiutare i vari stati ad affrontare le minacce alle zone costiere, come ad esempio la previsione di una fascia di rispetto di 100 metri per le costruzioni a fronte mare, e a realizzare valutazioni strategiche d’impatto ambientale, di possibilità di sviluppo e di pianificazioni partecipative.

Con queste premesse, avendo noi approvato, durante la scorsa seduta, la mozione “Caso Puglia” contenente, tra l’altro, preoccupazioni sulle trivellazioni al largo delle Isole Tremiti e sulla lottizzazione in agro di Mattinata, Italia Nostra chiede al Governo, al Parlamento ed ai Ministeri interessati il rispetto della convenzione di Barcellona con l’azione di ratifica del protocollo sulle Attività off-shore e della Gestione Integrata delle Zone Costiere, strumenti indispensabili di uno sviluppo sostenibile delle coste .

Tra i firmatari dei due protocolli (alcuni dell’una altri dell’altra) figurano: Albania, Cipro, Libia, Marocco, Siria, Tunisia, UE, Spagna, Slovenia e Francia, manca del tutto l’Italia che evidentemente non intende limitare né la ricerca e l’estrazione del petrolio nei suoi fondali marini, né proteggere le sue coste da nuove cementificazioni.

Ercole Maria Guerra, consigliere nazionale

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