Le associazioni ambientaliste Legambiente, WWF, Carteinregola, Green Italia, Coordinamento Toscano produttori biologici, Italia Nostra, in risposta al provvedimento del Comune di Capalbio relativo alla variante urbanistica semplificata, che nella loro opinione andrebbe ad incidere pesantemente e in maniera inaccettabile sul contesto socio-economico e ambientale, hanno elaborato e presentato le osservazioni alla variante. Nel documento presentato, le associazioni evidenziano il contrasto della stessa con il quadro normativo urbanistico nazionale e regionale, accendendo i riflettori anche sull’omesso svolgimento della conferenza di co-pianificazione che per il disposto dell’art. 25 LRT 65/2014 e l’insussistenza dei presupposti per definire “semplificata”, ai sensi dell’art. 30 LRT 65/2014, la variante. La posizione delle associazioni è chiara: il rischio di un possibile ed importante appesantimento edilizio del paesaggio e dell’economia di Capalbio a seguito della possibilità di aprire un mercato delle volumetrie agricole che, sommato all’anomalia dei premi volumetrici legati tra l’altro ad interventi nell’ambito delle energie rinnovabili e dell’edilizia sostenibile (anziché incentivi fiscali o di altra natura) ed alle tettoie pertinenziali, potrebbero portare ad accorpamenti tanto intensi quanto impattanti che, verosimilmente, andranno a cadere nelle zone paesaggisticamente – e sotto un profilo turistico – più appetibili, senza che sia stato indicato un criterio tipologico, planivolumetrico, o un indice di fabbricabilità . I trasferimenti di volumetrie, sarebbero effettuati in deroga ai parametri edilizi ed urbanistici ed agli indici fondiari minimi. Inoltre anche i sensibili aumenti volumetrici destinati agli agrialberghi, vengono inseriti nella variante senza uno studio conoscitivo dei reali bisogni, vera base di ogni pianificazione urbanistica. Ciò peraltro consentirebbe alle aziende agricole dotate di annessi da vendere, di capitalizzare un valore anche cospicuo, agevolando di contro l’avvio di un progressivo abbandono dell’attività agricola, privata dei necessari annessi per la conduzione del fondo o l’allevamento del bestiame.
Le associazioni quindi chiedono con forza al comune di Capalbio di rivedere la norma e alle autorità competenti in materia (Regione Toscana e Soprintendenza in primo luogo) di intervenire nello specifico.
Il territorio di Capalbio rappresenta infatti, senza dubbio alcuno, un’area di grande valore dal punto di vista paesaggistico naturalistico e soprattutto rurale e occorre tutelarla con determinazione rispetto a interventi edilizi che potrebbero creare un eccessivo impatto, alterando il corretto equilibrio esistente tra insediamenti e territorio. Nell’opinione delle associazioni, a servire sono strumenti conformi alla pianificazione urbanistica e paesaggistica sovraordinata, formatisi a seguito di un processo partecipativo e consultivo il più ampio possibile, basati su dati conoscitivi, ricognitivi e classificatori dell’esistente aggiornati, che consentano agli operatori economici di avere un quadro previsionale certo su cui modulare i propri investimenti. A rafforzare questa posizione è anche la conferma da parte del settore urbanistica e pianificazione della Regione Toscana in merito ad alcuni dei rilievi più significativi contenuti nelle osservazioni. Il fatto che tale posizione abbia trovato riscontro nel pronunciamento della Regione rappresenta un elemento cruciale per dare forza alla strenua battaglia in difesa del territorio che deve continuare la sua azione con una rinnovata forza.