Italia Nostra

Data: 13 Marzo 2013

Crocetta fermi la corsa al petrolio nel mar Mediterraneo

Come da copione, si ripropone l’assalto al mare del Canale di Sicilia. La Northern Petroleum ha avanzato la richiesta di estendere le ricerche petrolifere ad un’area di oltre 1.325 chilometri quadri, a poche miglia tra il litorale di Agrigento e Sciacca.  Mercoledì 13 marzo 2013, è convocata a Roma la Conferenza delle Regioni, nel corso della quale si discuterà proprio delle trivellazioni in mare. E’ l’occasione per schierarsi, energicamente, contro questo tipo di attività.

Italia Nostra – insieme a Greenpeace, al comitato Stoppa la Piattaforma, Apnea Pantelleria, l’Altra Sciacca e alle associazioni di pescatori, Agci-Agrital Sicilia e LegaCoop Pesca Sicilia, che si oppongono alle trivellazioni off-shore nel mar Mediterraneo – ha inviato una lettera al Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, per chiedere di intervenire immediatamente.

Lo scorso 27 febbraio 2013, è giunta al protocollo generale del Comune di Sciacca l’integrazione allo Studio di Impatto Ambientale presentato dalla Northern Petroleum il 30-11-2011 per i permessi d29 G.R. NP e d30 G.R. NP, per ampliare l’area delle ricerche petrolifere. L’integrazione riguarda non solo l’estensione dell’area d-29 G.R. NP ma la richiesta di riattivare il parere positivo alla VIA per l’area limitrofa d347 C.R.NP, dove si potrebbero iniziare le ricerche petrolifere immediatamente senza aspettare nuova procedura di VIA.

La Regione Siciliana ha l’opportunità, dati anche gli impegni presi in Commissione Ambiente, di presentare le sue obiezioni al processo di valutazione dell’impatto ambientale in corso di istruttoria; inoltre la Regione, insieme alle altre regioni coinvolte, ha l’opportunità in sede di Conferenza delle Regioni di fare valere i propri diritti territoriali ed ambientali al fine di scongiurare il pericolo che il mar Mediterraneo si trasformi nel mare più inquinato del mondo.

“La Regione Siciliana, considerata la sua centralità nel Mediterraneo, ha l’opportunità di diventare capofila di questa sacrosanta battaglia facendo fronte comune con le altre regioni d’Italia contro questi nuovi attacchi. È ora di scegliere un tipo di governo del mare che tuteli le risorse e favorisca le economie locale fondate sulla microimpresa e sul turismo e non gli interessi delle multinazionali del petrolio”, afferma Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia.

Le autorizzazioni erano state bloccate dal Decreto Prestigiacomo (D.Lgs 128/2010) , che ampliando l’area di rispetto per le perforazioni petrolifere a 12 miglia dalle aree protette, obbligando alla riperimetrazione dell’area d29 e bloccando ogni autorizzazione per l’area d347, completamente interferente con la nuova normativa. Le attività di prospezione petrolifera sono purtroppo state nuovamente “sbloccate” dal Decreto sviluppo della scorsa estate (D.L. 83/2012) successivamente convertito in Legge (L. 134 del 07/08/2012), che reintegra le domande presentate precedentemente al decreto 128/2010. In questo momento l’autorizzazione a tali progetti è nelle mani del Ministero dell’Ambiente che sta eseguendo la Valutazione di Impatto Ambientale.

“Grazie al via libera del Governo Monti per le richieste avanzate prima del 2010, le compagnie petrolifere si stanno affrettando a chiedere al Ministero dell’Ambiente permessi per cercare petrolio, pericolosamente, vicino alla costa e alle aree protette. Chiediamo alla Regione Sicilia di mantenere le promesse fatte, e non lasciare nuovamente sole le associazioni e i comitati civici in questa battaglia”, dichiara Umberto Marsala, presidente di Italia Nostra Sciacca.

Prof. arch. Leandro Janni

Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

Coordinatore nazionale dei Consigli Regionali di Italia Nostra

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