Italia Nostra

Data: 29 Giugno 2020

Domani in consiglio dei Ministri il DDL “Semplificazioni”. Torna la norma sul condono mascherato

Domani in Consiglio dei Ministri il DDL “Semplificazioni”. Il provvedimento torna all’esame, comprensivo della norma sul “condono mascherato” che permette con una domanda in sanatoria di regolarizzare immobili che all’epoca dell’abuso risultavano fuori norma ma che, per modifiche successive, non risulterebbero più abusivi. Un fatto di notevole importanza che condizionerà i piani urbanistici nonché le amministrazioni locali e la politica in generale affinché vengano cambiati i piani e messi a norma gli edifici abusivi secondo il caso.

Si pubblica qui di seguito l’articolo scritto da Luigi De Falco, Vice presidente nazionale di Italia Nostra, con osservazioni in merito all’introduzione dell’art. 36 bis al DPR 380/2001 e all’estensione dell’attuale art. 36.

 

 

Sulla proposta di “DL Rilancio”. Prime osservazioni sulle novità in materia di abusivismo edilizio

Due le disposizioni sotto osservazione. La prima introduce l’art. 36 bis al testo del Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380. Essa prevede che attraverso l’approvazione di “Piani Attuativi di Riqualificazione Urbana” si inglobino e si sanino abusi edilizi. In effetti tali piani sono già previsti dall’art. 29 della legge che introdusse il condono n. 47/85, norma pressoché ovunque disapplicata (a Napoli ne avviai la formazione con un Regolamento che dal 2012 ancora giace in commissione edilizia). La novità è che la disposizione sino ad oggi vigente della l. 47 è riferibile agli abusi sanabili eseguiti fino al 31.12.1993 e oggetto di istanza di condono. Da domani, invece, con la malaugurata approvazione della proposta, qualsiasi abuso, anche quello fatto stamattina, o peggio, domani mattina, purchè inserito nei “Piani Attuativi di Riqualificazione Urbana” risulterà sanabile. Oltretutto il testo novellato non pone alcuna scadenza temporale, ragion per cui il condono edilizio diventa di fatto perpetuo, applicabile anche agli abusi futuri. Da come configurata, quindi, la “semplice” norma introdurrebbe di fatto un condono tombale perché i comuni saranno liberi di interpretare come sospesi tutti i contenziosi amministrativi pendenti e futuri con gli abusivisti, nelle more della redazione dei piani attuativi previsti dal DL. 

La seconda disposizione intende modificare l’estensione attuale del menzionato art. 36 il quale stabilisce che il responsabile di un abuso edilizio, o l’attuale proprietario, possa ottenere il permesso in sanatoria se l’intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dell’ abuso, e sia al momento della presentazione della domanda di sanatoria. La novità apportata nella proposta di DL consiste nel fatto che essa limita la sanatoria alla sola condizione che l’intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente al momento della presentazione della domanda. 

Passiamo “dalla padella alla brace”. La prima norma introdotta si maschera almeno dietro la solita foglia di fico della rigenerazione urbana, con la seconda si concede carta bianca ai comuni a prescindere.

Si tratta in entrambi i casi di un condono perenne perché anche gli abusi futuri potranno essere condonati. 

In entrambi i casi sarà sufficiente adattare gli strumenti urbanistici alla bisogna, attraverso la redazione di piani di rigenerazione urbana o l’aggiornamento dei piani regolatori, i quali potranno prendere atto di quanto edificato abusivamente nel tempo. In pratica il piano regolatore diventerà un catasto nel quale registrare le libere iniziative di chi ha speculato sul territorio e di chi continuerà a farlo. L’urbanistica si trasformerà nel mercato delle vacche. La politica mercanteggerà le sanatorie sine die e la corruzione avrà più ampio respiro. Sconfortante la sintetica illustrazione dell’utilità della proposta, che fa tornare in mente quelle giustificative delle precedenti leggi sui condoni : “L’intervento proposto non comporta oneri a carico della finanza pubblica. Con l’intento di dare certezza agli investimenti sul territorio nazionale e rilanciare l’edilizia sulla base della positiva esperienza della Regione Emilia Romagna. 

Siamo certi che sia questa la sburocratizzazione di cui ha bisogno la Nazione, dopo il Covid 19, per rilanciare gli investimenti e l’edilizia?

 

Luigi De Falco

vice Presidente nazionale di Italia Nostra

 

per consultare il testo della bozza di decreto: DL-semplificazione-consolidato-29062020

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