Si riproduce qui di seguito e il testo del contributo di Vitantonio Iacoviello, consigliere nazionale di Italia Nostra, pubblicato oggi sul “Quotidiano di Basilicata”.
Gentilissimo signor Ministro Roberto Cingolani, pur conscio del suo compito gravoso in questa fase molto delicata le sottopongo qualche riflessione.
Ogni anno, da qui al 2030 “dobbiamo decuplicare il numero di nuovi impianti eolici e fotovoltaici installati annualmente”, dice lei su “La Stampa”. Ora, lei sa perfettamente che tali impianti finora interessano soprattutto il Sud, Puglia e Basilicata in testa. Vorrei farle da guida viaggiando solo un giorno qui da noi e poi invitarla a fare anche altre considerazioni.
Alcuni dicono eolico e fotovoltaico equivale a energia gratis e indipendenza energetica, dicono eolico e fotovoltaico uguale mancata immissione in atmosfera di immense quantità di Co2. Lei sa bene che gratis non lo sono: i minerali di cui sono fatti gli impianti e le batterie per l’accumulo li paghiamo sempre già cari, non sono rinnovabili e non sono nelle nostre disponibilità. Lei fa bene ad aspettare dieci anni per acquistare un’auto elettrica. Mancata immissione di Co2? Riscaldamento e inquinamento sono globali e non mi consola il fatto che gli scavi (con energia da fossili) avvengano in langhe a noi lontane e spesso a scapito delle popolazioni del luogo. E, a proposito di “macelleria sociale”, lei sa bene che ricchezza e lavoro vero non sono certo appannaggio dei territori interessati dai grandi impianti. E sa bene che così sarebbe solo se invece di grandi impianti si andasse massicciamente verso efficienza energetica e micro efficienza energetica e micro impianti fotovoltaici diffusi su tetti e similari in zone non di pregio.
Solo per esempio, quanto lavoro vero e duraturo si creerebbe a livello locale per installazioni e manutenzioni? Noi invece la ricchezza la diamo a finanzieri e paesi produttori.
Certo, signor ministro, la strada proposta sarebbe molto più lunga, ma molto più lungimirante per il Bel Paese, che non vedrebbe distrutto il paesaggio, la sua più grande risorsa, riconosciuta da tutto il mondo e da alcuni mortificato con paragoni offensivi tipo pale-pannelli come cattedrali gotiche e acquedotti romani. Grazie per l’attenzione signor ministro, riflettiamoci insieme.
Per l’articolo in pdf: cliccare qui