Italia Nostra

Data: 16 Gennaio 2017

Il nuovo presidente del Parco delle Apuane abbia a cuore il Parco e non le lobby

Prima che il 2016 terminasse, Rosalba Lepore (Italia Nostra, Portavoce del “Coordinamento Apuano”) insieme a Fausto Ferruzza (presidente regionale di Legambiente) ha consegnato al Procuratore della Repubblica di Massa, dottor Giubilaro, una denuncia di illegalità e abusi nella escavazione e nelle attività di cava nelle Alpi Apuane.

La denuncia, ampiamente documentata è stata presentata dai presidenti nazionali di Italia Nostra, Legambiente, WWF, CAI, FAI, della Società dei Territorialisti, di UISP Lega Montagna, della Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio e dai responsabili di Salviamo le Apuane, Salviamo le Alpi Apuane, e altre associazioni regionali e locali, che si erano battute per l’approvazione del PIT e del Piano Paesaggistico della Toscana e che, poi, hanno inteso proseguire la loro lotta per tutelare le Apuane e prospettare un nuovo futuro che vada al di là della monocultura del marmo, e, per questo, hanno dato vita al “Coordinamento Apuano”.

Le Alpi Apuane sono avviate a distruzione per l’estrazione del marmo che si fa a ritmo particolarmente accelerato, specie da quando si è affermato il business internazionale del carbonato di calcio. Forse, il più lucroso dei blocchi di marmo è divenuto il pietrame di scarto (carbonato di calcio) specie per le quantità (dal 70 all’80% del marmo estratto). Per procurarsi gli scarti si riaprono addirittura cave esaurite da tempo. Ciò ha fatto lievitare l‘estrazione, quintuplicata negli ultimi 40 anni: oggi se ne è arrivati ad estrarre 5 milioni di tonnellate in un anno, a cui corrisponde una altrettanto macroscopica diminuzione di occupati: da 10.000 a 2000.

Elevatissimi gli incidenti del lavoro: negli ultimi tempi, quasi un incidente mortale al mese.

Si distruggono vette e crinali e si mette in pericolo la sicurezza e la salute degli abitanti della montagna e della piana dissestando i monti e inquinando i corsi d’acqua. Negli ultimi 15 anni, 18 gravi eventi alluvionali.

Sono minacciate e danneggiate le formazioni carsiche più importanti d’Italia e gli habitat più rari e preziosi della penisola.

Uno dei gruppi industriali più importanti, è quello della famiglia di Bin Laden e, recentemente, una delegazione guidata ufficialmente dall’Ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti, accompagnata da numerosi industriali delle Attività Estrattive Lapidee Apuane, ha prospettato un piano di investimento per infrastrutture turistiche di 40 milioni di euro comprendente il traforo della Tambura (una miniera di marmo) per congiungere la Versilia alla Garfagnana.

E le regole in questa attività di sfrenata escavazione vengono spesso aggirate, eluse e non rispettate.

Per questo chiediamo che nel poker di nomi che gli perverrà dalla Comunità del Parco, il Presidente della Regione, Enrico Rossi, scelga una figura di alto profilo, dotata davvero di comprovata esperienza e competenza in tema di parchi e biodiversità.

A questo proposito, tutto il mondo ambientalista e la gran parte dei movimenti civici locali chiedono a gran voce un forte segnale di discontinuità con il passato. Un segnale necessario e improntato, come il Presidente Rossi intuisce bene, al più elementare buon senso. Se infatti, tra un mese, dovessimo scoprire che l’attuale vertice del Parco è confermato, dovremmo dedurne che anni di lotta sono stati vani. E che il Palazzo è profondamente impermeabile al sentire comune dei cittadini sulla grande questione della tutela delle Apuane.

A questo punto, una nuova stagione di fortissima conflittualità si profilerebbe all’orizzonte, con grave danno per la qualità delle relazioni democratiche, non solo locali.

 

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