Italia Nostra

Data: 27 Giugno 2013

La Basilicata e Matera minacciate dai parchi eolici

Una nuova politica per la produzione di energia da fonti rinnovabili

L’attuazione del PIEAR (Piano Energetico Regionale) di Basilicata, che assegna ai “parchi eolici” di grande dimensione, la produzione dei 2/3 del burden sharing regionale di energia da fonti rinnovabili, ha fatto esplodere la contraddizione insita in tale scelta di politica energetica: dall’energia da combustibili fossili (risorsa non rinnovabile), si passa ad energia da impianti eolici che consumano paesaggio, anch’esso risorsa non rinnovabile.
In Basilicata (ma il discorso vale per molte altre regioni italiane), praticamente tutto il territorio regionale potrebbe essere occupato da selve di pali eolici, dall’altezza media equivalente a quella di un palazzo di cinquanta piani. Si tratterebbe della compromissione di aree ad alto valore paesaggistico, fra le quali proprio quelle individuate nell’Atto di Indirizzo per il corretto Inserimento degli impianti eolici sul territorio regionale, emanato con delibera di Giunta Regionale di Basilicata n°2920 del 13/12/2004!

Un’operazione miope e sciagurata, contro la quale tutte le Associazioni che sottoscrivono il presente comunicato vogliono mobilitare la società civile, e richiamare l’attenzione dei consiglieri regionali e di tutto il mondo politico lucano. Un’operazione frutto avvelenato di una politica che non ha stabilito regole di valutazione delle trasformazioni territoriali e che ha consentito l’approvazione di un Piano Energetico Regionale che non tutela il paesaggio, visto che rinvia ai Piani Paesaggistici (ancora inesistenti!) l’individuazione dei crinali di valore elevato, ma nel frattempo autorizza l’indiscriminata occupazione del territorio, con la conseguenza di sconvolgere, e cambiare per sempre, i connotati del paesaggio lucano.

Le Associazioni sottoscritte hanno promosso una conferenza stampa,aperta al pubblico, per sabato 29 giugno alle ore 10,30 presso l’ex convento di SS Lucia e Agata, Porta Pistola, sasso caveoso a Matera, città emblema, insieme con Orvieto, di questa sacrosanta battaglia di difesa del paesaggio.

Le Associazioni chiedono al Consiglio Regionale di fermare l’infernale macchina delle Conferenze di Servizio programmate, e contestualmente di aggiornare il Piano Energetico sulla base dei criteri nazionali (Linee Guida – DM 10/09/2010) e del citato Atto (che non più in vigore, va assolutamente in gran parte recuperato per le ampie tutele che prevedeva), in maniera da individuare le aree non idonee per l’installazione delle centrali eoliche. In parallelo il medesimo aggiornamento dovrà segnare una decisa virata della politica energetica regionale, dalla previsione di “grandi impianti”, fotovoltaici ed eolici, alla incentivazione di micro-impianti di “autoproduzione”, integrati nelle residenze, nei servizi pubblici, nelle attività produttive agricole, artigianali, industriali, ecc. (la cui realizzazione potrebbe attivare, essa sì, un significativo comparto produttivo regionale), ed alla incentivazione, in linea con le recenti scelte di politica nazionale, di interventi di “contenimento” dei consumi energetici, che risparmiano energia, ma non consumano nulla, paesaggio compreso!

Quindi non una generica moratoria ma un adeguato, severo ed illuminato aggiornamento dei criteri di gestione del territorio lucano ai fini della produzione di energia da fonti rinnovabili.

Altresì le Associazioni richiamano la politica nazionale a un urgente  atto di responsabilità nei confronti della collettività e dei valori territoriali che rischiano di essere alienati per sempre: rimuovere gli incentivi ai nuovi impianti eolici, ormai gravemente autorizzati sui terreni agro-pastorali, e tassare le grandi rendite garantite per 15 anni (ora per 20!) a quelli realizzati, che in tempi di crisi sarebbe un mero atto di giustizia.

Matera, 25 giugno 2013

Le Associazioni

  • Italia Nostra
  • Istituto Nazionale di Urbanistica
  • Altura
  • Amici della Terra
  • LIPU
  • Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle aree verdi e naturali.

Associazioni e/o Comitati che, pur non potendo materialmente partecipare alla conferenza, aderiscono al comunicato e lo sottoscrivono:

-Comitato Nazionale del Paesaggio

-Comitato Difesa Paesaggio Carmignano

-Comitato Ambiente Paesaggio Salute Sicurezza

-Osservatorio Molisano Legalità

-Rete molisana dei crinali

-Natura e Psiche, Nazionale

-Comitato Ariacheta,San Godenzio – Firenze

-Salviamo il Paesaggio

-Comitato Alta Valle del Sillaro

-Salvatore Tolone Azzariti

-Associazioni ambientaliste e comitati dell’orvietano

-Coordinamento umbro sulle rinnovabili

-Comitato tutela ambientale e del paesaggio Castel Rio e Firenzuola

-Associazione Culturale  Officine Frida Matera

-Comitato Diritto alla Salute Lavello

Oltre a tantissimi comitati, associazioni , personalità, che faranno giungere le loro adesioni in queste ore.

Leggi e scarica l’invito alla conferenza stampa

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News precedenti

Pubblichiamo un articolo  inviatoci dall’autore  Vitantonio Iacoviello sull’assalto delle pale eoliche alla Basilicata.

10-06-2013

L’affare del vento rischia di divenire l’ennesimo danno in nome dello “sviluppo sostenibile”

“Bubbico chiarisca cosa intende per tutela ambientale”

di Vitantonio Iacoviello

da “Il Quotidiano della Basilicata” del 10.06.2013

La forma conta,certamente. E’ vero che il momento “legale” per far valere le proprie ragioni è quello della Conferenza dei servizi,nell’eolico,per effetto del decreto 387. Fior di sentenze lo sanciscono e il Quotidiano della Basilicata ne ha trattato recentemente, cosi come da anni tratta di quello che riguarda le pale lucane.

È altrettanto vero, però che interesse principale delle pubbliche amministrazioni deve essere quello della salvaguardia dei propri territori,del proprio ambiente e dei propri paesaggi. A conforto,anche qui intervengono sentenze del Consiglio di Stato: Il paesaggio è tutelato dall’articolo 9 della Costituzione Italiana e la sua salvaguardia è “preminente” rispetto ad ogni altra considerazione, e di carattere economica e di pseudo sviluppo economico. il vice ministro Filippo Bubbico, proprio alla luce di quello che potrebbe accadere a Matera con le pale eoliche, dovrebbe chiarire bene cosa vuol dire, cosa il Governo vuole dire e di conseguenza fare,quando dice che “La tutela ambientale non deve essere un vincolo per lo sviluppo economico, ma una opportunità”.

Se intende avallare la scelta, che sta nei fatti, della Basilicata di arrendersi di fronte all’assalto finale di chi intende crocifiggere ogni palmo del suolo lucano,o addirittura, ma io non ci credo, di stendere tappeti rossi ai conquistatori, beh ci spieghi come può solo lontanamente pensare che le pale eoliche portino sviluppo sostenibile.

Io questo non glielo l’ho sentito dire, me neppure l’ho sentito scandalizzato per quello che sta avvenendo in Basilicata, nonostante quello che si legge di non edificante riguardo l’eolico.

Così come ho sentito i politici lucani fremere di sdegno di fronte al fatto che la Basilicata non si è ancora dotata del piano paesaggistico, né ottempera. Insieme con i comuni lucani,   ad adempimenti,previsti da leggi da tempo vigenti, che contribuirebbero a salvare tante aree pregiate dallo sfregio della palificazione.

Bene fa il sindaco Adduce a questo punto a ricorrere al Tar,non può che invocare la giustezza della procedura il vicepresidente Pittella, ma vogliamo cominciare ad andare alla sostanza?Esiste oppure no,non già il rischio, ma la certezza che la nostra Basilicata stai per essere distrutta dal petrolio, dall’eolico e dal fotovoltaico industriali,dalla cattiva gestione dei rifiuti? Chi mai avrebbe il coraggio di dire che non è cosi? Ed allora, non è forse arrivato il momento che, a partire  da De Filippo fino a all’ultimo dei cittadini lucani, solleviamo decisamente i sederini dalle poltrone e ci dedichiamo ad una delle missioni primarie che abbiamo davanti: preservare (migliorare è  chiedere troppo vero?), il grande patrimonio che gli avi ci hanno affidato in custodia temporanea, lo stupendo territorio della Basilicata, da riconsegnare ai nostri figli senza doverci vergognare di averlo stuprato? Capisco, sono parole … Marco Galliano, un pugliese che vive nel nord Europa, su sito del Comitato nazionale contro fotovoltaico e eolico nelle aree verdi, a proposito di quello che sta accadendo in Basilicata, ha detto che ci vorrebbe una delle grandi inchieste di Alberto Jacoviello. Alberto Jacoviello non c’è più, ma che sia indispensabile ora una grande inchiesta qui in Basilicata, e che soprattutto urga l’occhio indagatore della magistratura, questo è ormai fuori da ogni dubbio.

Leggi la risposta del Vice Ministro Bubbico

Lettera aperta dell’INU della Basilicata al Consiglio Regionale

Approfondimenti

“Processo al vento” da L’Espresso del 20.06.2013

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Ancora sulla questione eolica. Un articolo di Mariarita Signorini pubblicato oggi sul Corriere Fiorentino:
“Le Pale, le Battaglie, e qualche sospetto”

Caro Direttore,

non siamo sorpresi delle riflessioni di Erasmo D’Angelis in tema d’energie rinnovabili in Toscana, riportate sul Corriere fiorentino del 31 maggio, in un’intervista dal titolo “Che paradosso i no ambientalisti”. Ma siamo preoccupati della persistente superficialità con cui lo stesso D’Angelis continua a trattare l’argomento. Quando sintetizza che l’avversione alle rinnovabili in Toscana è frutto di “valutazioni che a volte sono persino eccessive, come quando si è bloccato un parco eolico perché disturbava gli uccelli di passo senza considerare che nella stessa zona la caccia era permessa, o per il rischio di caduta di pezzi di ghiaccio dalle pale quando le zone non sono abitate”. Oppure quando mette in relazione quello che chiama “il comitatismo del no” con “la tentazione dei sindaci di rimandare a chi viene dopo di loro le scelte, bloccando investimenti ed opere”. Qua sta la pochezza della sua diagnosi di un “fenomeno” che invece dimostra una cosa di cui i toscani devono andar fieri: non possono essere altri, se non i toscani stessi, a decidere le sorti del proprio territorio, quale paesaggio antropizzato, il cui valore è universalmente riconosciuto come prodotto tratificato del lavoro umano. E per“altri”s’intendono, per quel che si legge su stampa locale e nazionale, le lobby che fanno profitti con le rinnovabili, la malavita organizzata che fa profitti con le rinnovabili e a un certo associazionismo che con esse si finanzia.

E la cosa che più ci indigna è che, nell’utilizzare tali argomenti, oltre a non rispettare né la cultura, né la sensibilità di chi questo territorio lo “vive”, ci vuol far credere che l’abusata definizione “sindrome Nimby”, possa aver contagiato i pronipoti di Dante, come se a loro mancassero storia, cultura e appassionato senso di appartenenza per far valere le proprie ragioni.

Non è secondario neppure, nell’analisi di D’Angelis, il ruolo svolto da alcuni Sindaci, che non sembrano godere della sua stima.  Il nuovo Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti ,  non deve essere a conoscenza di quanti di loro combattono battaglie in solitario, proprio contro quegli interessi che avvicinandosi ai piccoli comuni in difficoltà offrono “un piatto di lenticchie” in cambio di un tesoro.

Aggiungiamo che il “comitatismo” ha svolto in questi anni una funzione fondamentale di informazione costante dei cittadini, e di presidio territoriale contro gli speculatori.

Per smentire che il rifiuto dell’eolico industriale sia causato da “sindrome Nimby”, si è formata la Rete della Resistenza sui Crinali, a cui hanno aderito una ventina di comitati nella sola area dell’alto Appennino tosco-emiliano e che insieme a Italia Nostra da tempo denunciano il rischio reale che tali impianti, assolutamente fuori scala, se non contrastati anche con azioni legali, andrebbero a saturare rapidamente tutti i crinali appenninici, senza valide giustificazioni di natura energetica, economica o ecologica, come autorevoli studi di ricercatori dell’Università di Bologna dimostrano.  Non sono da sottovalutarsi nemmeno le dichiarazioni di D’Angelis in merito alle ‘valutazioni di impatto ambientale’della Regione Toscana (di cui è stato membro del Consiglio), che in questo Settore ha operato per anni in modo approfondito e rigoroso, nel rispetto di tutte le norme di riferimento in materia di ambiente, salute e paesaggio e, cosa assai più importante, nell’interesse della collettività: si deve a questo se in Toscana,  “non ci sono stati né gli abusi, né la deregulation che ha portato agli eccessi visibili in Puglia, Campania o Abruzzo“.

Questo almeno fino allo scorso agosto, quando è stato sostituito il dirigente del settore VIA, probabilmente un po’troppo scrupoloso per chi intenda lucrare a danno del nostro paesaggio.

Gli onerosi obiettivi europei di produzione elettrica da rinnovabili definiti nel 2010 sono stati raggiunti, nel “Paese del non fare“,già nel 2012. A nessuno sorge qualche sospetto? Altro che “ritardi degli amministratori” e “tentazione a rimandare“!

I giganteschi impianti eolici, deserti di operai e dove ben poco girano le pale: in Toscana solo per 1300 ore di media l’anno (dati del GSE) sono tutti costruiti all’estero e sono la più vistosa falsità delle affermazioni sui vantaggi per l’occupazione.

La spesa per gli incentivi delle sole FER elettriche salirà già da quest’anno a 12 miliardi di euro annui, mentre si lesina su tutto e lo Stato non paga nemmeno i debiti ai suoi fornitori. Dunque un provvedimento forte del Governo si renderà presto necessario. Se si confermerà la tendenza alla deindustrializzazione in atto nel Paese, accentuata dalla follia di far funzionare il sistema industriale con energia intermittente, prodotta da pale e pannelli fotovoltaici, che oltre tutto, costa un multiplo del prezzo di mercato, già troppo alto, dell’elettricità.

Mariarita Signorini

membro del gruppo energia

del Consiglio nazionale di Italia Nostra

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