Italia Nostra ribadisce che per concerti come quelli previsti dal Jova Beach Pary esistono ovunque in Italia spazi dedicati e idonei, che offrono attrezzature e servizi per gli spettatori e gli organizzatori, e che quindi non è necessario utilizzare le spiagge, soprattutto quelle vicino a parchi o siti naturalistici.
L’impatto di simili eventi di massa sui fragili ecosistemi costieri, già messi duramente alla prova dalla fortissima antropizzazione e dall’erosione dei litorali, viene purtroppo regolarmente minimizzato dalle amministrazioni locali e dagli organizzatori del Jova Beach Party. Per quanto le azioni di mitigazione proposte siano in sé meritorie, per ripristinare l’habitat e le piante pioniere di una duna, far crescere un nuovo albero e assicurare la sopravvivenza di specie in via di estinzione che vi nidificano come il Fratino, servono anni e tanta cura e non bastano poche azioni sporadiche. Per tutelare la biodiversità basterebbe non danneggiarla e non aver bisogno, quindi, di compensazioni che purtroppo sembrano greenwashing.
Nel caso di Ravenna, la sezione locale ha anche sottolineato la necessità del rispetto delle normative europee sulla conservazione di habitat e fauna, sollevando perplessità sui Nullaosta e le Valutazioni di Incidenza Ambientale rilasciate dagli enti locali.
Edoardo Croci
Presidente nazionale f.f. di Italia Nostra
foto di Lucia Lacchini