Italia Nostra

Data: 9 Maggio 2021

Napoli, Monte di Pietà: Italia Nostra scrive a Franceschini

Preg.mo On.le Dario Franceschini

Ministro della Cultura

Via del Collegio Romano, 27 – 00186 Roma

 

Oggetto: Napoli. Palazzo denominato del Monte di Pietà in via San Biagio dei Librai

 

Signor Ministro,

lo storico edificio denominato “Monte di Pietà”, sito nel centro storico di Napoli, di proprietà di Banca Intesa Sanpaolo, è attualmente in vendita. Nel marzo scorso, abbiamo appreso attraverso la stampa che la Generazione Vincente S.p.A. intenderebbe acquistare il palazzo al fine di trasformarlo in un ristorante e in un albergo di lusso. Sarebbe un danno irreparabile alla storia della città di Napoli.

Il Monte di Pietà è stato vincolato il 16 giugno 1995 per il suo “interesse particolarmente importante” ai sensi della Legge n. 1089 del 1939. Progettato nel 1597 dall’architetto Giovan Battista Cavagna, l’edificio include al suo interno una cappella, situata nella parte posteriore del cortile e inquadrata scenograficamente dall’arco mediano di accesso,e custodisce opere di Pietro Bernini, Belisario Corenzio, Michelangelo Naccherino, Tommaso Montani e Fabrizio Santafede.

L’opera pia, che assunse il nome “Monte di Pietà”, nacque nel 1539 per contrastare il fenomeno dell’usura: concedeva prestiti su pegno senza interessi a persone indigenti, come ricordano le scritte incise collocate sotto le nicchie della cappella. Per lungo tempo l’edificio è stato di proprietà del Banco di Napoli che, nel 1991, da istituto di credito di diritto pubblico fu trasformato in società per azioni.

Nel 2002, il Banco di Napoli fu incorporato nel gruppo Sanpaolo Imi. Nel 2006 avvenne la fusione tra il gruppo Sanpaolo e Banca Intesa. Il gruppo Intesa Sanpaolo, divenuto quindi proprietario del Monte di Pietà, ha messo in vendita il palazzo nel 2017.

Alla notizia della possibile vendita dell’edificio, diffusa sulla stampa nelle scorse settimane, l’opinione pubblica ha reagito manifestando fin da subito la propria ferma contrarietà alla trasformazione del Monte di Pietà nell’ennesima struttura ricettiva, in un centro storico già provato dal turismo di massa, fenomeno solo temporaneamente fermato dalla pandemia da Covid-19.

In occasione di diversi incontri pubblici, a cui hanno preso parte esponenti del mondo della cultura, sindacati, partiti politici, associazioni e comitati di quartiere, sono state elaborate e condivise alcune proposte circa la destinazione d’uso del Monte di Pietà, rispettose della storia dell’edificio e della sua vocazione culturale: sede dell’Archivio di Stato, sede dell’Archivio del Banco di Napoli, sede della Soprintendenza archivistica, sede dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, museo, luogo simbolo della lotta al racket e all’usura, sede di un istituto di cultura.

Un’altra possibile e concreta soluzione potrebbe essere quella di destinare il Monte di Pietà e il complesso dei Girolamini – i due edifici essendo situati l’uno dall’altro a pochi minuti a piedi – a un grande polo della cultura, dell’arte e della storia sociale della città di Napoli. Chiediamo che il Monte di Pietà sia destinato a un uso culturale e sociale, compatibile con la sua storia e a tal fine, che lo Stato integri tempestivamente il provvedimento di vincolo del 1995, vietando espressamente destinazioni d’uso dell’immobile che permettano di realizzare attività ricettive, come un albergo o un condominio di lusso, o un centro commerciale, come si paventa.

Chiediamo che il Monte di Pietà torni ad essere pubblico e che lo Stato lo acquisti a un prezzo contenuto, in virtù del fatto che il vincolo di destinazione d’uso, escludendo ogni utilizzo commerciale dell’immobile, comporterebbe una drastica diminuzione del suo valore di mercato.

Signor Ministro, il suo provvidenziale intervento potrebbe salvare il Monte di Pietà dalla minaccia di diventare sede di feste e matrimoni e da ulteriori aberranti utilizzazioni, e potrebbe restituirlo finalmente alla sua fruizione pubblica.

Confidiamo che, grazie al Suo appoggio, uno degli edifici storici tra i più prestigiosi della città di Napoli, possa essere sottratto all’abbandono e tornare allo splendore di un tempo, senza perdere la sua originaria vocazione culturale e sociale.

 

Ebe Giacometti                                                                               Luigi De Falco

Presidente di Italia Nostra                                                          Vicepresidente di Italia Nostra

 

Per approfondimenti:

lettera Franceschini_Monte di Pietà

 

 

 

 

 

 

 

 

L’articolo pubblicato sulle pagine de “La Repubblica – Cronaca di Napoli” il 9 maggio 2021

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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