Italia Nostra

Data: 21 Luglio 2011

Per la salute, contro il carbone

In merito alla riconversione a carbone della centrale Enel di Polesine Camerini  durante il convegno indetto dalla CGIL il 4 luglio l’avv. Matteo Ceruti ha ricordato, che  oltre al giudizio negativo in merito espresso  dal Consiglio di Stato, la Procura della Repubblica di Rovigo ha recentemente rinviato a giudizio i vertici Enel per disastro, in quanto  è stato accertato che il procrastinato  malfunzionamento della centrale ad olio combustibile di Polesine Camerini, nel periodo1998-2002 ha provocato un sensibile aumento dei ricoveri  pediatrici ospedalieri per patologie respiratorie dei bambini residenti a  Porto Tolle e nei paesi limitrofi.

Non è vero che gli ambientalisti siano contro il lavoro e impediscano gli investimenti:  non a parole, ma con progetti concreti chiedono il rispetto della salute e dell’ambiente. Per Porto Tolle la soluzione è semplice: basta usare come combustibile il  gas e non il carbone, non solo perché è  scritto nella legge istitutiva del Parco,  ma perché  arriva  a pochi chilometri di distanza nel  più grande rigassificatore off shore del mondo che è stato posizionato lì proprio allo scopo di favorire la riconversione della centrale, come risulta dai  Patti Territoriali firmati  da tutte le forze politiche e sociali oltre che da Enel e Edison. Inoltre anche la centrale a gas necessita di investimenti e di prestatori d’opera.

La pianura padana è una delle aree più inquinate d’Europa e siamo vincolati da impegni internazionali a ridurre le emissioni dannose. Invece senza troppi problemi si decide di autorizzare un  progetto che certamente aumenterà comunque le emissioni che dovremmo invece essere impegnati a contenere!

Non va comunque sottaciuto che nel territorio ci sono anche altre fiorenti attività economiche:  pescatori  che producono il 40% delle vongole nazionali e di grande qualità,  agricoltori che su esempio degli operatori del Parco del Delta Emiliano, stanno predisponendo per i loro prodotti marchi d’origine che li renderanno riconoscibili e apprezzabili, 5000 sono gli addetti al turismo che operano e vivono nel Delta e 1.800 000 visitatori e turisti. Tutto ciò rischia di essere pesantemente  incompatibile con la centrale a carbone.

E’ una lotta impari, quella intrapresa dalle Associazioni ambientaliste, dai Comitati Cittadini e dagli imprenditori economici locali  che nel corso degli anni, hanno speso tempo ed energie  per  dimostrare che un altro sviluppo è possibile, nella legalità innanzi tutto, nel rispetto della vocazione di un territorio che ci è stato affidato di cui  non siamo i padroni ma solo i tutori.

Secondo la  Costituzione la nostra Repubblica, fondata sul Lavoro, tutela i Beni Culturali il Paesaggio e la Salute dei Cittadini (artt. 9 e 32).

La presidente del Consiglio Regionale Veneto

Maria Letizia Panajotti

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