Italia Nostra

Data: 17 Marzo 2012

Quattro punti per L’Aquila

Italia Nostra continua a essere in prima fila nel richiedere un intervento straordinario di recupero dell’Aquila, che a tre anni dal terremoto continua a essere una “città fantasma”, sacrificata alle “new towns” post terremoto e al malaffare. Per questo il sito dedica una sezione speciale sull’Aquila con le nostre proposte e le informazioni che continuano a giungere dalla stampa. In un recente incontro con il ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi, la presidente di Italia Nostra Alessandra Mottola Molfino ha presentato un  Dossier sull’Aquila con quattro richieste:

  • le dimissioni del commissario e il ritorno alle competenze ordinarie della Sopraintendenza;
  • la ricostruzione del centro storico, mai iniziata
  • il blocco dei progetti speculativi che il Comune dell’Aquila intende perseguire conla scusa della ricostruzione
  • il vincolo paesaggistico

In un articolo sul Fatto quotidiano, Tomaso Montanari scrive, fra le altre cose:

“La situazione dell’Aquila supera, infatti, anche la più catastrofica immaginazione. Il centro storico è una città spettrale, dove nessun cantiere è in funzione, nessuna pietra è stata ricollocata (e anzi molte sono state rubate), e dove le meravigliose e immense chiese monumentali (a cominciare dal Duomo) sono spesso ancora a cielo aperto, o sono protette da ridicoli teli, e dunque in preda alla pioggia e alla neve.
Piero Calamandrei ha scritto che «una parte della nostra Costituzione è una polemica contro il presente»: ecco, camminare per l’Aquila permette di capire che l’articolo più polemico è, oggi, l’articolo 9. All’Aquila, infatti, la Repubblica ha sistematicamente tradito se stessa, rinunciando radicalmente a «tutelare il patrimonio storico e artistico della nazione italiana».
Ma com’è possibile che quasi nessuno denunci più che a pochi chilometri da Roma si entra in un mondo parallelo, dove la Costituzione, la legge e la civiltà semplicemente non esistono?”

Leggi l’articolo di Tomaso Montanari (“L’Aquila non c’è più ed è il futuro d’Italia”, Il Fatto quotidiano, 16 marzo 2012).

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