La riforma della giustizia, attualmente in discussione, mette a repentaglio tutti i processi per reati ambientali, in particolare quelli per “disastro ambientale” trasformandosi in una sorta di vera e propria amnistia. Incredibilmente, infatti, i reati ambientali non sono contemplati tra quelli che godono di termini estesi di giudizio prima della valutazione di improcedibilità.
La gravità di tale mancata previsione mette a rischio i processi per disastro ambientale e procurata morte per inquinamento attualmente in corso, e può essere chiarita grazie al riferimento a due recenti processi. Con il provvedimento vigente nel nostro Paese, potremmo assistere all’annullamento della sentenza storica di condanna emessa nei confronti dei proprietari e amministratori dell’ex ILVA di Taranto e del processo per la discarica RESIT in Campania. D’altro canto già altri processi ambientali, quali il processo ETERNIT e quello sulla strage di Viareggio, si sono conclusi con la prescrizione.
Indagini importanti, soprattutto per le ricadute in termini di rispetto dell’ecosistema, di salubrità, di igiene pubblica, rischiano di diventare carta straccia. E questa situazione potrebbe trasformare il Paese in un regno dell’impunità per quanti avvelenano l’aria, l’acqua, distruggono i polmoni verdi e gli ambienti marini. Una palese e gravissima contraddizione soprattutto in un momento come questo in cui, per la tutela dell’ambiente, arrivano fiumi di denaro dall’Europa.
Una simile riforma della giustizia, infine, avrebbe anche una ricaduta sociale pesantissima: chiunque potrebbe impunemente commettere delitti sulla natura, sull’ambiente e sulla vita della comunità senza timore alcuno di condanna. Per questo motivo, Italia Nostra rivolge un appello importante al Governo ed ai parlamentari di tutti gli schieramenti affinché sostengano le ragioni dell’ambiente e della natura, che sono a fondamento della vita di tutti noi, e ricomprendano fra i reati che godono di termini estesi di giudizio anche gli ecoreati.
ITALIA NOSTRA
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