Italia Nostra

Data: 17 Giugno 2020

Allarme bostrico nel dopo “tempesta Vaia”. Destinati a morire dai 2 ai 4 milioni di abeti

Allarme bostrico come conseguenza della tempesta Vaia. Sarebbero destinate a morire ancora dai 2 ai 4 milioni di piante in virtù della presenza di questi parassiti che si riproducono nel legname rimasto a terra. A questo punto diventa fondamentale comprendere come le operazioni di rimozione degli alberi abbattuti dalla furia dei venti possano essere di fondamentale importanza al fine di bloccare la riproduzione del pericoloso coleottero. I dati parlano chiaro: in Alto Adige si è recuperato quasi il 100% del materiale, pari ad oltre un milione di metri cubi. In Trentino invece, nel territorio maggiormente colpito dalla tempesta per oltre 19.000 ettari interessati, non ci si è nemmeno avvicinati al 50% . Si calcola (a giugno 2020) che a terra vi siano ancora 2 milioni di metri cubi di materiale. Nel Veneto sull’altopiano dei sette Comuni, Asiago – Marcesina, il recupero è a buon punto. Il Bellunese è invece in grave difficoltà perché agli schianti si erano sommati gravi danni alluvionali. In questa area si è recuperato circa il 30% del legname.

Le infestazioni da bostrico nei boschi veneti sono comunque sotto i riflettori di un progetto di monitoraggio regionale, rassicura “Veneto Agricoltura”. Sono state posizionate infatti ben 70 trappole nel Bellunese, 15 nel Trevigiano e altrettante nel Vicentino per il monitoraggio del bostrico dell’abete e altre 15 trappole in provincia di Belluno per il monitoraggio del bostrico del pino. L’operazione si svolge nell’ambito di un progetto di indagine delle possibili infestazioni da parassiti forestali che vede collaborare, oltre all’Agenzia regionale, l’Università di Padova-Dipartimento DAFNAE e la stessa Regione Veneto (U. O. Fitosanitario e U. O. Forestale).

“Le trappole posizionate – si legge sul sito di Venetoagricoltura in merito all’attività di monitoraggio posta in essere –  attive da metà aprile fino a fine settembre, funzionanti tramite tamponi imbevuti di feromoni (sostanze chimiche che gli insetti utilizzano per identificare le piante sofferenti e per comunicare tra di loro), vengono controllate ogni 10-12 giorni da personale di Veneto Agricoltura opportunamente formato e addestrato, proprio allo scopo di quantificare la numerosità e il ciclo fenologico della popolazione. Nel corso dei prossimi mesi, questa importante attività permetterà di capire quanto elevato è il potenziale di pericolosità dei due parassiti, che normalmente regolano il ciclo evolutivo di un bosco ma, in una situazione di catastrofe dovuta all’evento del 2018, possono diventare un importante fattore di squilibrio nell’ecosistema forestale.”

Prima di Vaia, il prezzo di macchiatico delle conifere si aggirava sui 60 euro al metro cubo, a marzo 2019 il prezzo ovviamente crollava ma si spuntavano ancora 22 – 28 euro al metro cubo: oggi, quando va bene, si vende a 12 – 14 euro al metro cubo. E, dopo due inverni, il legname a terra sta deperendo rapidamente attaccato da parassiti, muffe, funghi; ogni mese che passa, perde ulteriormente struttura e resistenza, flessibilità. Inoltre, ampie superfici di bosco rimaste in piedi, anche ben strutturate, saranno attaccate per i prossimi due o tre anni dai parassiti.

 

Il bostrico tipografo

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