Italia Nostra

Data: 26 Gennaio 2021

Ampliamento dello stadio Tardini, la posizione di Italia Nostra

È noto che tra poco sarà depositato in Comune il progetto di ampliamento dello stadio Tardini. L’iniziativa è promossa da una società privata che non agisce certo per filantropia, ma per soddisfare interessi economici in base ad un piano di fattibilità asseverato finanziariamente. Il Comune, pur non essendo obbligato, ben potrebbe, come accaduto a Brescia o Firenze o Brindisi, prevenire l’iniziativa privata fissando un quadro di riferimento pubblico eventualmente idoneo ad acquisire e confrontare più possibili soluzioni in linea con quanto nel nostro caso stabilito dai tribunali in occasione dell’ampliamento del Tardini del 1991.

È importante ricordare che il Tribunale amministrativo di Parma all’epoca osservò che in base alla normativa sulla sicurezza degli stadi tutt’ora vigente, l’ampliamento non avrebbe potuto effettuarsi perché relativo ad un impianto chiuso in un perimetro continuo e totalmente immerso nel pieno centro abitato, con accessi costituenti autentiche strettoie. Neppure può essere dimenticato che lo stadio fu ampliato d’intesa col Parma calcio riducendo, in modo del tutto arbitrario, il verde pubblico di quartiere e cioè lo spazio fruibile da chiunque e non interessato da costruzioni. Ignorando insegnamenti ancora attuali si accetta ora che un promotore privato agisca in assenza di direttive pubbliche tese perlomeno a richiedere l’osservanza di principi risultanti da sentenze definitive. È così accaduto che lo scorso mese di settembre sia stato depositato -al di fuori della programmazione comunale- un progetto di ampliamento del Tardini ritenuto, prima ancora di esser presentato in Comune, in linea con quanto voluto dall’amministrazione. Tale progetto, dopo l’avvio di una costosa istruttoria, è stato però ritirato senza mai chiarire i motivi del ritiro che peraltro parrebbe contraddire la dichiarata valenza pubblica del progetto. La procedura da avviare inizialmente si snoda in un delicato percorso tra promotore-controllato e Comune controllore e garante, previo parere della Conferenza dei servizi, dell’interesse pubblico. Non sono ammesse subalternità o, come precisa l’ANA, neppure semplici frequentazioni abituali dell’agente con i soggetti destinatari dell’azione amministrativa.

È dunque preoccupante constatare che, come rilevato dalla stampa, esponenti della multinazionale operante per la società controllanda abbiano presenziato, non si sa invitati da chi ed a quale titolo, a riunioni istituzionali relative all’ampliamento del Tardini al di fuori di qualsiasi previsione normativa. Non è accettabile che, come accaduto in passato, l’interesse di un quartiere già abbondantemente ed illegittimamente penalizzato e quelli dell’intera città siano sacrificati a quelli di un privato. Pertanto la Sezione di Parma di Italia Nostra si colloca a fianco di quei numerosi cittadini che ritengono l’ampliamento del Tardini contrastante con il preminente interesse pubblico all’ambiente ed alla sicurezza.

 

Il Direttivo della Sezione di Parma di Italia Nostra

19 gennaio 2021

photo credits by gazzettadiparma.it

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