Italia Nostra

Data: 29 Luglio 2020

Ascoli: per l’area ex-Start, Italia Nostra scrive agli enti competenti

Per l’area ex-Start, Gaetano Rinaldi, presidente della locale sezione di “Italia Nostra” scrive al Sindaco Marco Fioravanti, alla Vice presidente della Regione Anna Casini, al Direttore della Scuola di Architettura e Design dell’Unicam di Ascoli Giuseppe Losco, alle Associazioni culturali e agli Ordini professionali.

Riportiamo qui di seguito la lettera:

La vendita andata a buon fine degli ex depositi di viale Indipendenza ha risolto, è sperabile, i problemi finanziari della Start che così potrà magari incrementare e migliorare i collegamenti di Ascoli con la capitale, l’aeroporto di Fiumicino, il Tirreno. Naturalmente non possiamo non complimentarci per il successo di questa vendita. Persiste invece la nostra perplessità sull’uso che verrà fatto dell’area dove insistono i depositi della Start. Infatti, oltre alla costruzione di appartamenti e di locali destinati al commercio e agli uffici, non si è pensato due volte alla prevista realizzazione di un altro centro commerciale, come se quelli già esistenti nel territorio non fossero sufficienti.

Ora, a parte l’incremento del volume di traffico , che la realizzazione di nuovi edifici comporterà per una zona cittadina già in condizione di sofferenza sia per la limitata presenza di sedi stradali adeguate , sia per la ridotta estensione delle aree destinate al parcheggio delle auto, l’aspetto più inquietante della vicenda è rappresentato dal fatto che la presenza di questi nuovi servizi e della nuove costruzioni, a breve distanza tra l’altro dal centro storico, comporterà una ulteriore devitalizzazione dell’area centrale della città, un’ ulteriore chiusura di esercizi commerciali, un ulteriore abbandono di case di civile abitazione, insomma un colpo forse definitivo alla funzione vitale della parte più pregiata della città, quella che ne giustifica l’esistenza e ne conserva la memoria e l’immagine.

Quello che è strano è il fatto che si persista nella scelta di una politica di gestione dell’uso del territorio che non tenga conto delle reali esigenze e della complessità delle problematiche urbanistiche e della esigenza di prevedere nella effettuazione di queste scelte gli effetti che queste producono sull’equilibrio complessivo del sistema urbano. Quindi nuovi centri commerciali, nuove abitazioni, nuovi uffici costi quello che costi, senza pensare alle conseguenze che queste scelte determineranno sulla vita e sulla funzione della città. Mai invece che si sia pensato a dotare un quartiere, come quello di Porta Maggiore, di uno spazio per la fornitura di luoghi di aggregazione, una piazza facilmente fruibile, un’area verde degna di questo nome, un locale per lo svolgimento di attività culturali, un cineteatro, una libreria, una biblioteca.

Niente di tutto ciò: non si va oltre il centro commerciale, le abitazioni, gli uffici. D’altra parte è ciò che si prevede in buona parte per l’area ex Carbon. Riteniamo che su queste problematiche, sul destino complessivo della città ed in particolare di ciò che vogliamo diventi il centro storico si debba aprire un ampio dibattito tra tutte le Associazioni culturali e di tutela, gli Ordini professionali, le forze politiche, gli enti culturali, la Scuola di Architettura per individuare le soluzioni intelligenti, produttive, responsabili e aperte alle sollecitazioni di un mondo che non potrà più essere quello di prima ma dovrà essere capace di favorire una nuova forma di socialità, di rispetto dell’ambiente, di tutela dei soggetti più deboli, di fornitura di servizi per migliorare e favorire la conoscenza, la creatività, la produzione di cultura, la creazione di nuove forme di solide occupazioni.

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