Italia Nostra

Data: 9 Febbraio 2021

Continua l’ottuso consumo di suolo urbano – la città non è altro da noi

CALTANISSETTA, 09.02.2021

Continua l’ottuso consumo di suolo urbano

“Da oltre un mese abbiamo segnalato al Comune di Caltanissetta l’azione di disboscamento che si è realizzata nel quartiere San Luca, in fondo a via Michelangelo. Ancora oggi nessuna risposta formale, mentre verbalmente ci è stato riferito che trattasi di vecchi terreni di proprietà “Patanè” oggi in uso all’Impresa Baio, che avrebbe ottenuto la licenza per costruire ex-novo l’ennesimo palazzone.

Al di là delle responsabilità di chi ha autorizzato, il fatto in sé ci riempie di profonda amarezza, perché a parole abbiamo sentito tantissimi, politici e non, parlare nobilmente di stop al consumo di suolo, sostenibilità, nuovo verde, svolta green, etc. ed invece si continua a costruire edilizia abitativa. Tra l’altro per davvero non si capisce più che senso ha costruire nuovi palazzi quando tutti sappiamo che Caltanissetta ha un volume di edificato più che doppio rispetto alle esigenze dei nisseni. Logica vorrebbe che più che costruire ex-novo, si rigeneri, restauri, riconverta il tessuto urbano esistente.

Questa città si è espansa troppo, si è colpevolmente fatto svuotare il centro storico, oggi in decadenza e senza ancora un piano organico di recupero, consumando irragionevolmente tantissimo suolo, costruendo in maniera smisurata nuove strade asfaltate, nuove linee elettriche, acquedottistiche, di fognature, di trasmissione dati, che hanno generato un aggravio dei costi sostenuti dall’intera collettività nissena. In un momento in cui finalmente la sensibilità europea e nazionale sembra essersi allineata alle vere problematiche ambientali, questo ulteriore sfregio ci risulta irricevibile.

Abbiamo fatto richiesta formale di accesso agli atti per verificare eventuali inadempienze e reati. Chiediamo al Sindaco si fare ciò che è nelle sue possibilità per sanare la nuova ferita inferta al territorio, non arretrando di un passo sul consumo di suolo e sul già minimale indice di verde fruibile urbano.” (Legambiente Caltanissetta)

La città non è “altro” da noi

Con riferimento alla segnalazione-denuncia, da parte di Legambiente Caltanissetta, della cancellazione di un prezioso frammento di bosco nel quartiere San Luca, per far posto all’ennesimo palazzone,  si propone la seguente riflessione. Concordiamo, ovviamente, con quanto affermato da Legambiente e abbiamo partecipato al sit-in di protesta e di proposta, sabato 6 febbraio, nel quartiere San Luca. E’ chiaro che l’Amministrazione Comunale è tenuta a dare delle risposte convincenti e ad assumere impegni precisi in ordine alla tutela del patrimonio arboreo cittadino e al consumo di suolo zero.

Indubbiamente c’è tanta strada da percorrere, ancora, affinché si inverta definitivamente la tendenza che, dagli anni Cinquanta ad oggi, ha fatto del nostro territorio, della nostra città un bene disponibile per nefaste speculazioni e facili arricchimenti privati e si riaffermi una coscienza del “bene comune”. Ma, noi siamo convinti che questo cambiamento è possibile in quanto fortemente sperato, voluto da un numero sempre crescente di cittadini. Cittadini che si organizzano in gruppi, comitati, associazioni. Cittadini capaci di sognare, immaginare. Di progettare un diverso futuro.

In sintesi: “la città quale bene in comune”. Un insieme di spazi, edifici e risorse condivise, a vantaggio di tutti. Un sistema urbano che risponda ai bisogni abitativi primari e alle diverse esigenze sociali, economiche, culturali ed estetiche di chi lo abita. Una “civitas” capace di generare qualità della vita, felicità di appartenenza ad una specifica comunità. Intelligenza collettiva.

La qualità di una città è certamente la qualità degli spazi domestici, ma anche la qualità di strade, di marciapiedi, di piazze, di giardini, di parchi, di palazzi pubblici, di alberi, di aiuole, di statue, dell’acqua che arriva ai rubinetti, dell’aria che si respira. Di tutto ciò che costituisce il fondamento dello stare insieme. Vivere, appartenere ad una collettività non può prescindere dall’attenzione e dalla cura nei confronti di ciò che è patrimonio, valore condiviso. Occorre pertanto che tutti se ne prendano carico, cittadini e amministratori, con la stessa attenzione con cui ci si dedica alle proprietà personali. Cioè tenendo pulito e in buon ordine, mantenendo, restaurando, ristrutturando, adeguando, modificando e innovando; gestendo bene le risorse a disposizione, rendendo produttivo ciò che ci appartiene, ciò che lasceremo ad altri; non consumando più un solo metro quadro di suolo.

Per realizzare questo cambiamento occorre sviluppare e applicare “modelli nuovi”. Una città quale bene comune richiede una visione nuova, quella che gran parte del pensiero contemporaneo – ecologico, sistemico, organicistico, olistico – auspica, promuove. Viviamo in una tale stretta interdipendenza tra persone, cose, spazi, risorse, ambienti, che risulta inconcepibile qualsiasi idea di separazione tra i sistemi a cui apparteniamo, non ultimo la città. Il nostro benessere personale, la nostra sopravvivenza è fortemente legata al benessere del territorio in cui abitiamo. In definitiva, la città nel suo complesso, non è “altro” da noi. Per questo sono necessarie responsabilità e azione, partecipazione collettiva, regole da rispettare e da far rispettare, competenza, progettualità.

Termini quali “unitarietà”, “organicità”, “relazione”, “parte-tutto”, “diversità”, “comunità”, “rete”, “partecipazione”, “responsabilità”, sono gli stessi su cui si fondano le più interessanti ricerche sullo spazio urbano contemporaneo del nuovo organicismo, dell’urbanistica integrale, dell’architettura sostenibile, ecc.. Insomma, affinché avvenga una efficace, autentica trasformazione sociale e urbanistica, è necessario questo cambiamento: certamente etico ma dalle fortissime implicazioni sul nuovo disegno della città.

Prof. Leandro Janni, presidente di Italia Nostra Sicilia

 

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