Foto del giorno

Data: 25 Gennaio 2021

Enrico e Rosaria Gargiulo, campioni mondiali di fotografia subacquea

Una coppia fantastica ed affiatata non solo nella vita sulla terraferma ma anche e soprattutto sotto le onde del mare (63 anni!). E’ a questi due intensi appassionati del “pianeta blu” che dobbiamo molte scoperte nelle zone costiere italiane. In particolare, grazie al loro forte intuito e alla loro determinazione a tutt’oggi le cavità subacquee che si diramano nei pressi dell’isola di Dino (CS) sono diventate patrimonio di tutti con i loro scatti tanto che Il video “La Grotta Gargiulo” con commento in italiano, nel 1997 ha vinto il 1° Premio al 1° Concorso nazionale” Cavità sommerse del bacino mediterraneo”.

Oggi ripercorrono con noi le tappe di quella emozionante scoperta che ha consentito di far tutelare al massimo livello il sistema delle grotte marine sommerse e semisommerse dell’Isola di Dino.

Quando vi siete recati per la prima volta all’Isola di Dino?

Nel 1961  al camping sulla spiaggia di Capo d’Arena, in particolare Enrico con alcuni amici.

Nel 1977 Enrico e Rosaria scoprono una “foresta “ di Paramuricee (Gorgonie rosse) nei fondali davanti al Frontone dell’Isola di Dino: dopo varie balze profondi, a circa 100 metri dall’isola, tra i 30 e i 45 metri trovano un pianoro ricoperto da ventagli di Paramuricee (Paramuricea clavata) che invece di essere rosse erano bicolori, rosse e gialle ed alcune tutte gialle! (articoli su Mondo Sommerso, Il Subacqueo e Sub e inserimento nelle proiezioni in circa 200 località italiane!)

Quali sono stati i preparativi che avete predisposto per quell’immersione?

Per due sub:

Una bombola da 15 litri caricata a 200 atmosfere con doppio erogatore,

un G.A.V (Giubbetto ad Assetto Variabile) per essere sempre neutri sott’acqua a tutte le profondità , muta, pinne corte, maschera, piombi, coltello affilato, profondimetro orologio, computer e lampade con pile cariche ed una di scorta.

Con quali mezzi allora eseguivate gli scatti subacquei?

Macchina fotografia NIKONOS III con obiettivo grandangolare da 16 mm e apposito mirino, due flash Isomatt 33 con accensione sincrona e pellicole invertibili (diapositive) Ektachrome X da 21 Din da 36 pose.

Negli anni successivi anche una Nikon F 3 in custodia Hydro Oceanic con oblò corretto per il 24 mm.

Un solo tentativo fatto in Open-flash, tenendo la Nikonos con l’obiettivo da 35 mm, ferma su di un cavalletto, con il tempo di posa bloccato a B (significa otturatore aperto), con un flash si illuminavano le varie quinte della grotta, esponendo la pellicola, non perfette per la sospensione che si sollevava!

Ci potete raccontare come è arrivata la scoperta della grotta che porta il vostro nome?

Dopo una visita alla Grotta esterna del Frontone che fotografammo ottimamente con l’Open-flash, ci immergemmo nella zona antistante e dopo poco vedemmo tra i 12 e i 18 metri un grande ingresso di 14 metri alla base!

Entrammo lentamente trovando dopo pochi metri il colonnato sulla destra e in fondo a 50 metri di distanza, una parete con nicchie di colore biancastro in cui si andarono a rifugiare eleganti corvine (Sciaena umbra). Sulla sinistra c’era una voragine di fango.

Al primo cenno di sospensione ci dirigemmo velocemente verso il blu dell’uscita!

Avete esplorato successivamente anche tutto il resto dell’area?

Dopo il primo anno (1989), continuammo nel 1990, quando tornammo a Praia e proseguimmo l’esplorazione, approfittando dei giorni con il mare calmo e se, inavvertitamente, provocavamo sollevamento del notevole quantitativo di fango, uscivamo frettolosamente e potevamo ritornare dopo un paio di giorni.

Usavamo lavagne di plastica bianca formato A 4 su cui disegnavamo l’andamento della grotta, le varie piante degli ambienti, le batimetrie varie, i riferimenti con la bussola e poi foto e riprese. (Per le foto dovevamo attendere il ritorno a Sorrento e la spedizione delle pellicole alla Kodak a Napoli per vedere i risultati).

Abbiamo continuato l’esplorazione della Grotta nell’agosto del 1991-92 e nell’1983 ricevemmo una lettera del Gruppo “Sparviere” di cui faceva parte il Sig.Felice Larocca, responsabile del Catasto Grotte Calabria che, avendo saputo delle nostre esplorazioni, ci suggeriva di accatastare la grotta con tutte le cose da fare (Dati catastali, itinerario di avvicinamento, descrizione degli ambienti e i rilevamenti riguardanti la planimetria, le sezioni varie ecc.

Con la collaborazione del compianto Prof.Paolo Colantoni Geologo subacqueo e Preside dell’Università di Urbino e del Dr. Massimo Alvisi completammo i rilevamenti seguendo le loro indicazioni ed inviammo le relative piante e tutto il materiale richiesto al Catasto e la Grotta fu accatastata come “Grotta Gargiulo C B 290” (1993)

La Grotta Gargiulo era stata inserita nell’ambito dell’area SIC in Cat.D (presenza non significativa) e collaborando con Roberto Laprovitera – abbiamo inviato tutti i dati necessari – negli ultimi anni è stata reinserita in Cat.A.

Da segnalare che dal 1993 al 2021 (28 anni!), l’Autorità Comunale di Praia a Mare non ci ha mai inviato nemmeno un “targhetta” per tutto quello che abbiamo fatto per l’isola!

Quali altre cavità marine devono a voi la loro scoperta?

A Massa Lubrense, comune della penisola sorrentina, l’amico sub Virgilio Liguori nel ’75 aveva visto dei saraghi infilarsi in una lunga fenditura fra i 5 e i 15 metri e tentò di inseguirli, ma prudentemente rinunziò!

Dopo 10 anni (1985) Virgilio ci propose di andare insieme a vedere cosa c’era dietro all’ingresso e con le opportune precauzioni entrammo in tre nella grotta percorrendola fino alla parte finale a 80 metri dall’ingresso, dopo aver attraversato un arco alto oltre un metro dalla sabbia a metà percorso:

Il fondo sabbioso facilitò il nostro compito senza sollevare sospensioni pericolose.

La chiamammo “Grotta della Corvina” per la presenza di una Corvina di circa 3 Kg che si lasciò carezzare da Rosaria, immortalata da un mio fortunato scatto! Successivamente la ribattezzarono “Grotta di Mitigliano”, località dove si trovava la grotta.

Ancora oggi a tanti anni di distanza si celebra la vostra impresa. Quali sono i consigli che vi sentireste di dare a dei giovani che vogliono emulare le vostre iniziative?

Durante i 63 anni di immersioni insieme, in tutti gli articoli sulle varie riviste subacquee, in tutte le proiezioni fatte in Italia (circa 200) ed anche ad Antibes (Francia) e Lugano (Svizzera), abbiamo sempre messo in evidenza di non fare come noi “incoscienti, ma avere una preparazione anche specifica per le immersioni in grotta, evitando di entrare in gruppo in quelle più pericolose e se il fondale lo permette…usare il Filo di Arianna!

 

*************************************************************************************************************************

 

Enrico e Rosaria Gargiulo collaborano da anni con articoli e foto pubblicate su molte riviste e libri: Mondo Sommerso, Sub, Subacqueo, Nautica, Natura in casa, Scienza, Tauchen magazine, Le monde de la mer, Genius, Epoca, Europeo, Nuova fotografia, Dioniso, Il Mattino illustrato, Enciclopedia del mare, Enciclopedia degli animali, Coste e mari (Fabbri Editore).

Hanno realizzato numerosi programmi audiovisivi con sistema a tre proiettori presentati in molte città italiane e in numerose scuole di ogni livello.

Enrico è stato per 4 anni componente della commissione fotosub della F.I.P.S.A.S di cui è istruttore di fotografia subacquea e Master dei giurati. Rosaria è Istruttore videosub della F.I.A.S.

Vengono spesso chiamati come membri di Giuria in molti concorsi di fotografia e video subacquei che si svolgono in Italia e all’estero.

Tra i maggiori riconoscimenti ricevuti figura il titolo di Campioni del mondo a squadre nei mondiali di fotografia subacquea a Cadaques 1987 (Spagna) dove Enrico Gargiulo (assieme a Pierfranco Dilenge) conquistò il titolo con Rosaria e  Renza, moglie di Dilenge, perfette modelle ed il Tridente d’Oro ad Ustica nel 1988 assegnato per la prima volta ad una coppia, il massimo dei riconoscimenti per l’attività subacquea nella categoria Artistica (per la pluriennale attività di elevato valore artistico nel settore della fotografia subacquea).

Targa d’oro dell’Amministrazione Comunale di Sorrento.

 

*************************************************************************************************************************

Ecco di seguito alcuni scatti dei coniugi Gargiulo, il cui uso nel tempo è stato concesso alla sezione Alto Tirreno Cosentino di Italia Nostra, realtà con la quale hanno collaborato nel tempo.

Italia Nostra
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy