Italia Nostra

Data: 17 Gennaio 2021

Fermiamo lo scempio della faggeta vetusta in Vallonina e gli ampliamenti sciistici sulle montagne

Rieti 14 gennaio 2021

Fermiamo lo scempio della faggeta vetusta in Vallonina e basta ampliamenti sciistici sulle montagne

Sul Monte Terminillo nel Lazio si è aperta una “bufera” ora che c’è tanta neve, facendo diventare il caso Terminillo un caso nazionale. La giunta guidata da Nicola Zingaretti ha annunciato il 31 dicembre l’imminente conclusione “certamente positiva” al TSM, Terminillo Stazione Montana. Si tratta di un megaprogetto di ampliamento sciistico che risale con alterne vicende al 2008. E’ stato dato, infatti, parere favorevole da parte dell’ufficio di Valutazione d’Incidenza Ambientale, ma manca ancora la Valutazione d’Impatto Ambientale per ottenere la decisiva autorizzazione ai lavori. TSM vorrebbe unire due bacini sciistici di due valli geograficamente distanti, la storica Stazione Sciistica a Pian de Valli che da anni versa in abbandono e quella di Campo Stella a Leonessa, già sistemata con i fondi regionali. Del finanziamento pubblico  restano oggi € 11.500.00 per realizzare il progetto di sviluppo turistico attraverso impianti sciistici consegnando per sempre una montagna piccola come il Terminillo alla monocultura dello sci da discesa, per di più a basse quote. Che l’idea sia fuori tempo massimo, fuori luogo, insostenibile economicamente (il progetto impegnerebbe ulteriori investimenti, oltre 30 milioni che, dicono, di privati finora mai palesati), dannosa dal punto di vista ambientale, inutile per il turismo che va sempre più destagionalizzandosi, è chiaro a tutti, meno ai proponenti, alla politica bipartisan, a una parte di associazioni di categoria che si sono innamorate di questa visione di nuovo Eldorado sulla “Montagna di Roma”. E di una parte della popolazione locale, abbagliata dalla storytelling delle migliaia di posti di lavoro raccontate dai sindacati.

Venti associazioni ambientaliste di respiro territoriale (tra cui ITALIA NOSTRA SABINA E REATINO), regionale e nazionale si sono unite producendo Osservazioni e in questi giorni una diffida alla Regione Lazio. La mobilitazione ora è virale, è seguita anche un’altra diffida della Federazione dei Verdi e l’ufficiale discesa in campo di Legambiente, con il Circolo di Rieti favorevole all’operazione fino a qualche giorno fa: la petizione per salvare il Terminillo dallo scasso ha raggiunto oltre 21.300 firme ed è in corso. (www.change.org/p/regione-lazio-salviamo-terminillo-fermiamo-un-progetto-inutile-e-dannoso-notsm). Si invitano tutti a firmare affinché l’equilibrio ambientale sulla montagna simbolo del Lazio dell’Appennino Centrale ferito dal sisma non venga irrimediabilmente intaccato e distrutto da progetti che non sanno tenere in primario conto specificità e caratteristiche ambientali precipue della montagna stessa. Oggi quelle specificità vanno più che mai difese, protette e valorizzate con politiche adeguate e urgenti per trasmetterle alle future generazioni.

Il TSM, proposto dalla Provincia di Rieti, non è un progetto di sviluppo, è un progetto sbagliato in quanto incoerente con la pianificazione regionale e con le prospettive dettate dai cambiamenti climatici in atto. Per lo sviluppo del Terminillo si può fare molto di meglio e, a tale scopo, auspichiamo che finalmente la Regione si faccia portatrice, con tutti i soggetti portatori di interesse, di una nuova visione della Montagna del Terminillo che non può sottostare ad un unico modello sacrificando 17 H di faggeta vetusta, il noto bosco della Vallonina con alberi secolari Un tempo questo bosco integro (ci passa una strada costruita negli anni 50, che resta chiusa da novembre ad aprile se c’è neve, ed è comunque pochissimo frequentata), ricco di habitat e specie faunistiche rare, con zone a protezione speciale di conservazione (Rete Natura 2000), era stato proposto come bene Unesco ed è protetto dall’Europa. Ora è minacciato per effetto delle numerose e rilevanti opere che creerebbero piste larghe oltre 15 metri. I proponenti adducono che le piste non sono lontane dalla strada, considerata un elemento di antropizzazione.

Sul Terminillo le stagioni invernali precedenti sono state fallimentari per lo sci alpino e per il suo indotto economico, indipendentemente dal COVID19 che in tutta l’Italia ha fatto riscoprire il piacere del turismo in montagna, portando anche sul Terminillo tantissimi villeggianti; l’ampliamento del bacino sciistico, come pensato dal progetto TSM, non farebbe altro che gravare ulteriormente sulla situazione finanziaria della Regione Lazio, soprattutto in una prospettiva di progressivo aggravamento delle conseguenze dovute al cambiamento climatico e alla pandemia. Quest’anno è stato un anno anomalo per le grandi precipitazioni nevose sul Terminillo e in Europa. Ma nessuno può garantire la costante presenza della neve nei mesi invernali; il progetto infatti parla di un innevamento artificiale del 70% del nuovo bacino che si creerebbe con la scavalco delle due valli, ma i costi non sono quantificati nel businness plan. Nelle osservazioni prodotte dalle Associazioni sono contenuti richiami al rispetto delle leggi e della pianificazione paesaggistica e territoriale, sono motivate le valutazioni sulle carenze progettuali degli interventi che si intenderebbe realizzare e si evidenzia l’inattendibilità delle previsioni di sostenibilità economica del TSM, in assenza delle quali è del tutto improprio connotarlo come un progetto di sviluppo. Si richiede che “venga anche garantito il rigoroso rispetto delle norme di tutela sui bene e sulle aree sottoposte a vincolo paesistico, anche alla luce del quadro giuridico che si è determinato nel Lazio per effetto dell’annullamento del Piano paesaggistico regionale da parte della Corte Costituzionale” (interrogazione parlamentare al Ministro Costa sul TSM, Gruppo Misto e M5s, 13 gennaio 2021, rinviata a causa della crisi del Governo).

Le associazioni riconoscono il ruolo che, nel breve periodo, può avere il ripristino degli impianti sciistici che già ci sono sul Terminillo, ma non vedono l’utilità di un ulteriore ampliamento che creerebbe forti impatti su ambienti naturali protetti non ancora interessati da tali infrastrutture.

A questi rilevi tecnici, al di fuori di ciò che può essere considerato “opinione”, occorrerebbe invece rispondere nel merito, ricercando percorsi più concreti e promettenti, soprattutto certi e duraturi, e non un ulteriore fonte di indebitamento per i Comuni già in rosso; le associazioni, anche a nome di tanti cittadini che non si esprimono ma vedono i repentini cambiamenti climatici in atto e la crisi economica sempre più preoccupante in tutti i settori, la crisi sociale e pandemica, si mettono a disposizione per lavorare tutti insieme ad una visione diversa del futuro prossimo del Terminillo e di tutto il territorio montano della Provincia di Rieti.

In breve

Se il TSM  venisse realizzato così come proposto ci troveremmo di fronte a 17 impianti di risalita, di cui ben sette nuovi, 7 nastri trasportatori, rifugi in bio architettura; due bacini per l’innevamento artificiale pari a 136mila metri cubi; il taglio di 17 ettari di faggeta vetusta tra i 150 e 200 anni, ma con alcuni esemplari che potrebbero arrivare ai 400 anni; circa 8,7 km di trincee su praterie alpine non riproducibili; 37 km di piste da sci tra 1650 mt e 1900 mt di quota (Sella di Leonessa, la nuova più alta). Un vero e proprio scasso della montagna, con rimodellamento dei crinali e distruzione degli habitat.

La VINCA ha stabilito che: 1) prescrizione sull’impianto di Sella Cantalice che taglia parte della faggeta 2) intervenire prioritariamente sugli impianti sciistici preesistenti c) non utilizzare gli impianti sciistici se non d’inverno perché in estate il Terminillo non reggerebbe un turismo di massa in zone di alto pregio naturalistico.

Proposta di ITALIA NOSTRA con alcune altre associazioni del cartello: riqualificare con  11.500.00 gli impianti sciistici in essere a Pian de Valli del Terminillo, ammalorati e abbandonati, e far coabitare tutte le attività sportive in pari grado per 360 giorni l’anno (alpinismo, scialpinismo, sci di fondo, ciaspole, sci da discesa, trekking, arrampicata, bike).

Da chi è composto il cartello delle 20 Associazioni

WWF Lazio, Club Alpino Italiano Lazio, Italia Nostra – Sabina e Reatino, LIPU-Birdlife Italia, FederTrek – Escursionismo  Ambiente, Salviamo l’Orso, ENPA – Ente Nazionale Protezione Animali, Salviamo il Paesaggio Rieti e Provincia, Altura Lazio, Mountain Wilderness Lazio, Postribù, Inachis Sez. Gabriele Casciani Rieti, Pro Natura Lazio, Orso and friends, Natour biowatching, Red Fox – Scuola di Natural Survival e Tracking,  La Lupus in Fabula,  G.U.F.I. Gruppo Unitario per le Foreste, Balia dal collare Rieti.

Ines Millesimi

Italia Nostra Sabina e Reatino

 

 

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