Paradiso e inferno. Esotica, geometrica e caotica. Estrema. Gela, al centro della costa meridionale della Sicilia, bagnata dal Mediterraneo, è città dalle fortissime contraddizioni. In un contesto in cui le testimonianze archeologiche rimandano a un passato straordinariamente ricco, la rapida, caotica espansione urbana della città degli ultimi decenni sconcerta e frastorna. Del resto, è impossibile descrivere Gela senza analizzare il diffuso abusivismo edilizio che, incurante di leggi e divieti, ne ha alterato la struttura urbana e paesaggistica sino a soffocarne, renderne quasi illeggibili le rilevanti stratificazioni storiche. Il recente, controverso sviluppo della città è contrassegnato dal polo petrolchimico – inaugurato nel 1965, oggi inesorabilmente in dismissione – e dalla mancanza quasi assoluta di politiche di gestione e di tutela del territorio.
Dal suo importante passato la città può trarre forza, ispirazione e idee per un progetto di rinascita sociale, culturale ed economica, per un progetto di riconversione industriale e urbana, oggi auspicato da numerosi cittadini e proclamato, tra ambiguità e contraddizioni, da politici e amministratori. Certo è che se tanti cittadini, risvegliati o unicamente esasperati, protestano, partecipano, propongono, si coordinano, vigilano, operano, pretendono che siano rispettati i propri diritti e si impegnano ad assolvere i propri doveri, qualcosa di nuovo, di importante può accadere. A Gela ci sono risorse straordinarie, umane e ambientali, ma non basta. Ci vuole consapevolezza e una nuova idea di città, di territorio. E di certo il nuovo nasce sempre come desiderio, progetto, processo collettivo….
continua a leggere il documento di Leandro Janni, Presidente di Italia Nostra Sicilia:
CS Gela: gli allarmi sanitari, le bonifiche, la controversa riconversione