Italia Nostra

Data: 8 Giugno 2020

Ponte Nervi Genova: non era quello il nostro ponte. Interviene Italia Nostra

Genova: in merito al progetto del nuovo porticciolo di Nervi, la sezione di Italia Nostra ripercorre il difficile travaglio del piano tornando a ricordare il progetto alternativo inviato in passato all’amministrazione comunale.

“Forse non ci siamo capiti. Le accuse e insinuazioni fatte in questi giorni alla sezione genovese di Italia Nostra di aver avallato il progetto comunale di una darsena a gradoni al posto dell’attuale rudere della piscina Mario Massa è totalmente infondata: Italia Nostra si è battuta per QUESTO scenario, quello che potete vedere in questa foto. E’ agli atti, tutto documentabile.

Nel corso di innumerevoli incontri con gli organi politici comunali (sindaco, assessori e commissioni consiliari) e con gli uffici tecnici del Comune, la nostra associazione ha lottato strenuamente per arrivare a QUESTO RISULTATO, e lo ha fatto contestando punto per punto tutti gli aspetti del progetto originale per la baia di Nervi, un progetto di porticciolo turistico che comprendeva strutture impattanti come pontili per yacht, AUTENTICI ECOMOSTRI che nessuno visto, perché solo chi segue da vicino un iter amministrativo può vedere gli OBBROBRI che vengono spesso ideati dalle pubbliche amministrazioni. Ebbene, NOI quegli SCEMPI li abbiamo visti, li abbiamo contestati senza tregua, abbiamo proposto idee alternative e alla fine abbiamo ottenuto molti importanti risultati (e se riusciamo a recuperare quelle ORRIDE immagini, domani in un altro post ve le faremo vedere, in modo che possiate giudicare se il lavoro di Italia Nostra è stato utile oppure no).

Smontato punto per punto il progetto originale del Comune, sventate le idee più DEVASTANTI dal punto di vista paesaggistico, abbiamo dovuto naturalmente accettare – che non significa VOLERE – parti non conformi alle nostre richieste, perché è impensabile imporre a un’amministrazione comunale la totale e integrale accettazione di un progetto alternativo che sconfessa totalmente quello originale.

Se qualcuno pensa che si possa sedersi a un tavolo con un’amministrazione pubblica e imporle al 100% i propri desiderata con la minaccia “prendere o lasciare”, si prepari a veder realizzato il 100% del progetto originale, non certo del proprio.

Per maggior chiarezza, estrapoliamo e incolliamo il seguente passaggio del lungo e articolato comunicato pubblicato nel novembre 2018 (ma molti altri passaggi meriterebbero di soffermarvi l’attenzione):

“CI OPPONIAMO, in particolare, alle NUOVE COSTRUZIONI previste nello studio di fattibilità approvato dalla Giunta del Comune il 24 maggio 2018. Tale progetto prevede, infatti, che alla demolizione della piscina Massa e al ripristino dello stato dei luoghi a conformazione analoga agli anni ’60 segua la “RISISTEMAZIONE DELL’AREA” e la realizzazione di opere a mare”.

E in che cosa consisterebbe la “risistemazione dell’area” a cui Italia Nostra SI OPPONE? Lo spieghiamo immediatamente sotto:

“La risistemazione dell’area consisterebbe nella realizzazione di una piccola darsena con ampliamento dello scalo di alaggio (specchio acqueo di circa m 30×18 per complessivi mq. 461) ed estensione del piazzale. VERREBBERO REALIZZATI NUOVI GRADONI IN CEMENTO dalla quota del piazzale verso il mare fino ad una quota di oltre 1,5 metri sul livello dell’acqua. Si ipotizza che lo specchio acqueo ad Est del piazzale venga dotato di pontili galleggianti (stagionali?) per l’ormeggio di natanti. Qualcuno desidererebbe addirittura trasformare in banchina la spiaggia esistente! Le opere a mare consisterebbero nell’allargamento e allungamento del moletto d’imbarco per l’ormeggio del battello turistico di linea”.

QUESTA era la nostra posizione.

E abbiamo smontato con successo, punto per punto, il progetto originale del Comune, scongiurandone le idee più DEVASTANTI dal punto di vista paesaggistico.

Se poi la nostra battaglia è stata vinta solo parzialmente – vinta in larga parte, in ogni caso – ovvero se il Comune ha accolto solo in parte, seppur in larga parte, le nostre richieste, questo non è imputabile alla nostra associazione, ma fa parte della normale dialettica fra un’associazione e un’amministrazione, dove si chiede 100 e si ottiene a volte 70 e a volte 30. L’alternativa è non chiedere niente, non sedersi nemmeno al tavolo a studiare i progetti e lamentarsi a cose fatte per aver avuto 0″.

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