Italia Nostra

Data: 11 Giugno 2021

Il maestro del ferro e del fuoco. Omaggio a Emilio Prazio nell’anniversario della sua nascita 

Una ricognizione organica dei lavori di Emilio Prazio è stata fortemente voluta dalla figlia Adriana, donna di grande sensibilità. Se Adriana non fosse stata anche caparbia, oggi alla storia locale di Melilli, della costa della Sicilia orientale, dell’isola tutta e di buona parte dell’Italia centro-settentrionale mancherebbe una fonte importante: la produzione in ferro battuto del maestro Prazio, che – grazie a tale ricognizione – si attesta tra i più grandi artisti della prima metà del Novecento, autore di un’espressione e di un metodo ingiustamente confinati ai margini dalle arti maggiori.

Come giustamente afferma il prof. Paolo Giansiracusa, “le creazioni in ferro battuto di Emilio Prazio non vanno considerate semplicisticamente come applicazioni decorative di supporto all’architettura, ma come opere capaci di manifestare autonomia espressiva”.

Moltissimi, negli anni, sono stati gli studiosi, i ricercatori, i docenti e gli esperti (Paolo Giansiracusa, Paola Sega, Ettore Sessa, Alfred Habermann, Maria Vittoria Fagotto Berlinghieri, per citarne alcuni) a occuparsi della produzione di questo grande artista a cui Melilli ha dato i natali.

Ed è per questo che IN Melilli ha reso omaggio a questo illustre concittadino sabato 5 giugno con un incontro sulla piattaforma Meet di Google: a presenziare la dott.ssa Adriana Prazio, figlia di questo talentuoso melillese.

Relatore dell’evento il prof. Giuseppe Immè, vice presidente IN Sicilia e vice presidente IN Melilli, che di Emilio Prazio afferma: «Le correnti artistiche all’interno delle quali Emilio Prazio si muove sono quelle che dalla fine dell’800 hanno caratterizzato tutta l’arte europea fino alla Seconda Guerra Mondiale: il Realismo, con l’emulazione della natura; il Liberty, con la continua ricerca della sinuosità della linea; il Neogotico, o meglio il revival medioevale, con la sobrietà delle grandi lampade per gli uffici periferici dello stato. E poi le grandi avanguardie: il Futurismo, con l’ossessione del movimento; l’Art Decò, con la simmetria, le geometrie nette e plasticità delle figure; il Razionalismo, con la capacità di sintesi e l’affrancazione dalle sovrastrutture e infine la Metafisica, con la rappresentazione degli oggetti in maniera nitida e statica e il dialogo continuo con la memoria e con l’antico.

Ciò che stupisce, studiando l’ampia produzione artistica di Prazio, è la sua capacità di seguire – decennio dopo decennio – le correnti artistiche europee più in voga e di diventarne protagonista. Emilio Prazio non ha mai smesso di aggiornarsi, neanche in età avanzata. Questo aspetto, comprensibile durante il suo periodo bolognese (Bologna è da sempre città ricettrice degli echi artistici mitteleuropei), non viene meno neppure quando si trasferisce a Siracusa: una città periferica nella quale la risonanza dei movimenti culturali arrivavano, per ovvi motivi, in ritardo. 

La caratteristica di questo artista sta dunque nel coniugare l’innovazione e il dialogo costante con grandi intellettuali siciliani, quali Basile nella Sicilia occidentale e Rapisardi e Fichera nella Sicilia orientale: è in questa costante ricerca che va colta la grandezza di Emilio Prazio».

«Un omaggio dovuto – afferma la professoressa Nella Tranchina, presidente IN Melilli – Dalla sua nascita Italia Nostra Melilli pone attenzione alla conoscenza delle personalità melillesi che hanno portato lustro alla nostra cittadina grazie alle loro doti artistiche: Emilio Prazio, scultore del ferro battuto, è tra queste. Col fuoco e con la sua energica mano Prazio ha prodotto opere d’arte che gli hanno assicurato il titolo di maestro del liberty europeo. Eppure a Melilli non abbiamo consapevolezza della sua grandezza. Per rendergli onore la nostra sezione si impegnerà affinché nella casa natale del maestro Prazio venga posta una targa a perenne memoria».

Addetto stampa

Alessandra Privitera

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