Italia Nostra

Data: 10 Marzo 2021

Il Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio deve tutelare il patrimonio culturale e ambientale del Lazio e di Roma

Dopo la bocciatura della Corte Costituzionale la Regione Lazio sta per approvare un Piano Territoriale Paesistico Regionale che ha ancora delle vistose lacune. Gravissima la mancanza di tutela del Centro Storico di Roma. Prima dell’approvazione definitiva si completi l’attività di copianificazione tra Regione e MIBACT (ora MIC) iniziata nel 2013 ed interrotta nel 2015.

Il Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio (PTPR) è stato adottato nel 2007. Con Protocollo d’Intesa sottoscritto da Regione Lazio e MIBACT nel 2013 è stata avviata una attività congiunta di verifica ed adeguamento del Piano, che si è sviluppata per due anni.

Con il Verbale di condivisione sottoscritto il 16.12.2015 è stato validato il lavoro già svolto e sono state indicate le attività ancora da svolgere prima di arrivare ad un Accordo e quindi all’approvazione da parte della Regione di un Piano verificato ed adeguato, secondo le modalità prescritte dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Negli anni successivi l’attività di copianificazione si è fermata. La Regione Lazio poi in data 2.8.2019 ha approvato una “propria” versione di Piano che non ha tenuto conto dell’attività già svolta dal 2013 al 2015, e che ha addirittura previsto livelli di tutela inferiori a quelli del PTPR adottato nel 2007.

Il Governo ha giustamente impugnato detto provvedimento, e la Corte Costituzionale con la sentenza del 17.11.2020 lo ha annullato per illegittimità e per scorrettezza istituzionale. Invece di riprendere l’attività di copianificazione fermatasi nel 2015, la Giunta della Regione Lazio con la Proposta di Delibera Consiliare n. 59 del 15.2.2021 da poco approvata intende invece portare alla approvazione del Consiglio regionale una nuova versione del PTPR che, sebbene migliorato rispetto a quello del 2019 bocciato dalla Consulta, presenta tuttavia ancora criticità gravi nella tutela del paesaggio e del patrimonio culturale. Non sono state, infatti, ancora svolte le attività indicate nel Verbale di Condivisione del 18.12.2015 né completata la verifica e registrazione dei beni paesistici negli elaborati.

Con l’attuale attribuzione di ambiti di paesaggio risulta permanere in molte aree una disciplina paesaggistica del suolo non coerente con la necessaria tutela. Permane la scandalosa assenza di tutela del Centro Storico di Roma racchiuso dalla cinta delle mura aureliane (sito Unesco fin dal 1990) e delle Città Storiche dei Villini del ‘900. Roma è priva della necessaria tutela paesistica attribuita invece a tutti i centri storici del Lazio. Ma, pur in presenza delle criticità prodotte dalla cosiddetta “rigenerazione urbana”, non sono tutelate neppure le parti di Città Storica di Roma al di fuori delle mura aureliane, a cui è attribuito l’ambito di paesaggio che le equipara ai quartieri delle periferie sorte negli anni sessanta. Il “paesaggio urbano” viene attribuito perfino a beni tutelati da vincolo archeologico o monumentale e paesistico, come per esempio la Villa romana Ad duas lauros ed il Forte Casilino presenti nell’area del futuro Parco archeologico di Centocelle.

Altro esempio di mancata registrazione di beni culturali e paesistici il caso della Torre di Centocelle (“Torraccia”) vincolata assieme alla circostante pineta fin dal 1927, ma non riportata negli elaborati del PTPR. Mentre la legge regionale di “rigenerazione urbana” ha già provocato a Roma gravi danni all’architettura e al paesaggio della città post unitaria, il PTPR che si vuole votare, con queste gravi lacune, deve essere urgentemente integrato prima di giungere in Aula.

 

per approfondimenti:

comunicato stampa

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