In merito al preoccupante stallo della vertenza, già dopo il servizio della TGR Basilicata e le dichiarazioni di alcuni sindaci, abbiamo evidenziato la necessità di agire al più presto, alzando il livello del confronto, portando la questione anche a livello nazionale, e ciò è possibile soltanto chiamando le popolazioni del territorio a manifestare e protestare coinvolgendo tutte le Associazioni ambientaliste di livello nazionale e non presenti sul territorio, tutti gli utenti del Mare, tutti gli operatori economici e tutti i cittadini.
Ciò finora è mancato.
Infatti tutte le attività messe in campo finora si sono limitate ai rapporti con le istituzioni, alla convocazione di un consiglio comunale e a sensibilizzare sul tema, attività coordinate dal comune di Tortora con il Comitato di difesa del Fiume Noce, composto dai sindaci della Valle e dall’ Associazione Libera del Lagonegrese.
Si è ritenuto evidentemente di non mettere in campo un’attività di protesta e di ridurre al minimo il coinvolgimento di altri soggetti come le Associazioni Ambientaliste che dal 2015 hanno avuto un ruolo decisivo nel mantenere l’Impianto di San Sago chiuso e ci riferiamo ad Italia Nostra, al Comitato per le Bonifiche Terreni, Fiumi e Mari della Calabria, al Movimento Ambientalista del Tirreno.
E l’impianto resta chiuso!
Ci auguriamo che da ora in poi prevalgono altri orientamenti sia relativamente al coinvolgimento diretto e unitario di tutti i soggetti che possono dare un fattivo contributo, sia relativamente alle azioni da mettere in campo che dovranno essere necessariamente svincolate da eventuali tatticismi di appartenenza.
I sindaci e i cittadini sanno quanto impegno comune le Associazioni Ambientaliste del Territorio stanno mettendo in campo per la difesa del nostro mare dalle criticità che esso presenta su tutta la fascia costiera. Rimettere in funzione a pochi chilometri dal mare un impianto di trattamento di rifiuti pericolosi dove potrebbero convergere rifiuti speciali liquidi e fangosi pompabili provenienti da tutt’Italia, ci sembra qualcosa di veramente incomprensibile ed incompatibile con la vocazione e tradizione turistica di pregio del territorio costiero, oltre che per l’ecosistema del Fiume Noce.
ITALIA NOSTRA ALTO TIRRENO COSENTINO