Italia Nostra considera assolutamente irricevibile la richiesta dell’Arcelor Mittal (ex ILVA) di Taranto di utilizzare il porto di Brindisi per lo sbarco e il successivo trasporto a Taranto via camion, di ingenti quantità di carbone e materiali ferrosi: si parla di “un rateo giornaliero di almeno 30 mila tonnellate”.
La richiesta, una “necessità inderogabile” dal sapore di pretesa se non di inaccettabile imposizione, scaturisce come è noto dall’impossibilità di utilizzare alcune banchine del porto jonico, perché oggetto di sequestro penale a carico del gigante dell’acciaio.
La movimentazione e il trasferimento su gomma di trentamila tonnellate al giorno di carbone e ferro richiederebbero peraltro l’impiego quotidiano di centinaia di grossi automezzi, con il prevedibile pesante impatto ambientale quanto a inquinamento atmosferico e non solo.
La comunità brindisina sta pagando a caro prezzo, in termini di gravi danni alla salute nonché di crisi economica di ritorno, gli effetti negativi di scellerate politiche vetero-industriali basate principalmente sull’insediamento del polo petrolchimico e delle megacentrali alimentate a carbone. È dunque inconcepibile pensare ora a un così considerevole incremento del carbone nel nostro porto, sia pure in via temporanea (si sa, in molti casi nulla è più definitivo del provvisorio
…).
Riteniamo quindi sconsiderata la “proposta indecente” di Arcelor Mittal, fatta propria e – pare – corroborata dall’Autorità di Sistema Portuale, in un ormai avviato processo di affrancamento di Brindisi dal carbone, nel solco di una programmazione da parte dell’amministrazione locale mirante a uno sviluppo compatibile con la sostenibilità ambientale, alla crescita socio-economica della collettività basata sulla valorizzazione “pulita” delle risorse naturali e del patrimonio storico, all’incremento e consolidamento dei flussi turistici. In conclusione: BASTA CARBONE!
Italia Nostra – Sezione di Brindisi