Italia Nostra

Data: 22 Novembre 2019

Italia Nostra Genova, difendiamo Loggia Banchi

Il Comune di Genova, allo scopo di insediare nella cinquecentesca Loggia dei Mercanti, in Piazza Banchi, il Museo della Città, intenderebbe realizzare internamente alla Loggia una struttura di quattro piani, che ne snaturerebbe completamente la qualità architettonica e spaziale. Ne resterebbe irrimediabilmente pregiudicato il carattere storico identificativo di spazio voltato manierista genovese, esaltato all’esterno da un monumentale tetto in ardesia a quattro falde molto pendenti con la trave di colmo conformemente rialzata. Verrebbe in tal modo svilito uno degli edifici più rappresentativi della città, realizzato tra il 1590 e il 1595 da Andrea Ceresola, detto il Vannone, autore anche – fra l’altro – della parte cinquecentesca (atrio, cortili, scaloni) di Palazzo Ducale, realizzata nel momento culminante della potenza economica genovese. La Loggia di Banchi era stata voluta, progettata e realizzata in funzione di una riqualificazione monumentale della scena urbana nel suo cuore più antico. La coerenza dell’invenzione spaziale nasce dallo stretto rapporto della Loggia con la piazza e le vie che vi si innestano, quasi in ideale continuità con le antiche logge aperte ai crocevia della città medioevale, secondo l’interpretazione cinquecentesca delle particolari caratteristiche urbane di Genova. La Loggia viene così a rappresentare, secondo una bella immagine di E. Poleggi, “un incavato palcoscenico, appena sospeso sulla quota delle strade che lo circondano. Nel 1839 la Loggia, ci dice F. Alzieri, “fu sgombera de bugigattoli che ad uso di botteghini l’assiepavano” e “protetta d’invetriate che fingono l’aperto per ciascun lato”.

L’utilizzo museale della Loggia non può assolutamente giustificare l’annullamento della conquista di quasi due secoli fa. La prevista struttura a quattro piani riempirebbe interamente uno spazio che la storia ci ha consegnato in termini di vuoto architettonico in espansione, precludendo:

– la veduta dell’intero partito architettonico delle arcate sorrette da eleganti colonne binate doriche, per due lati traforate dalla luce (tre arcate su piazza Banchi e cinque su via dei Banchi). e per gli altri due lati delimitate l’una da un muro con tre aperture su piazza Sessarego e l’altra da un muro cieco, ravvivato da quattro statue di marmo bianco;

– la percezione della unitarietà del disegno geometrico a 15 riquadri della pavimentazione marmorea, che riprende, sottolinea e esalta il ritmo del colonnato archi voltato;

– la vista della originalissima “volta stirata”, il cui effetto era stato ottenuto dal Vannone inserendo al suo estradosso un sistema di tiranti di ferro.

Infine, la sistemazione prevista dal progetto impededirebbe il pieno godimento dell’affresco della Madonna tra S. Giorgio e S. Giovanni, protettori di Genova, opera di Pietro Sorri della fine del XVI secolo.

Già nel 2002 il Comune aveva inteso utilizzare la Loggia per uno scopo incompatibile con il suo carattere storico e artistico: in allora lo snaturamento fu evitato anche per la determinata opposizione di Italia Nostra, che ricorse al Giudice amministrativo.

Italia Nostra ricorda che, secondo il Codice dei beni culturali, è reato destinare gli edifici monumentali ad usi incompatibili con il loro carattere storico od artistico.

Se il Museo della Città necessita di superfici maggiori di quelle offerte dalla Loggia, deve trovare una diversa collocazione. La Loggia, d’altro canto, deve restare uno spazio pubblico aperto, fruibile nella sua integrità, che ben può ospitare mostre, concerti ed altro.

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