Domenica 2 Aprile, per i soci di IN Melilli è stata una giornata dedicata alla esplorazione e divulgazione delle bellezze della “Terra”.
Una salutare passeggiata a contatto con la natura negli incantevoli luoghi del Plemmirio, area protetta che si staglia nella penisola della Maddalena – Capo Murro di Porco, comunemente conosciuta come contrada “Isola” e cantata da Virgilio col nome di antico Plemmyrion.
Un luogo suggestivo, ricco di tesori naturalistici e di testimonianze storiche che fa mostra delle sue bellezze lungo dodici chilometri di costa in cui, spiaggette incantevoli si alternano a scogliere che scendono a picco sul mare offrendo ai visitatori uno spettacolo mozzafiato e una tavolozza di colori dalle mille sfumature del verde, dell’azzurro e del bianco.
Immersi nella gariga, al seguito di una simpaticissima guida di nome Raffaella, abbiamo imparato a riconoscere le piante autoctone e gli endemismi che caratterizzano questo lembo di terra. Arbusti bassi come il “Lentisco”, il “Mirto” e, poi la “Ginestra Spinosa”, e la “Spinaporci”, endemismo tipico del sud Italia e, all’interno di questa fascia vegetativa autoctona, unica presenza europea, la “Palma nana” che in passato trovava applicazione nella pulizia dei forni, essendo le sue foglie resistenti al fuoco, e nella produzione della “curina”, ovvero delle corde usate poi, nelle tonnare per la pesca dei tonni.
Incamminandoci, verso la grotta “Pellegrina”, abbiamo incontrato tanti elementi che testimoniano la presenza di quei tanti popoli che nel loro avvicendarsi hanno lasciato segnali indelebili delle loro civiltà.
I resti di diverse masserie sono testimonianza di una vocazione agricola del promontorio dove sarà praticata la coltura pregiata del vino “Moscato” di Siracusa.
Il tratto di territorio paludoso e malsano che lo separa da Siracusa infatti, ha reso difficile l’estensione della città in questa penisola che, pertanto, oltre allo sviluppo dell’attività agricola, vedrà affermarsi anche, la pratica della pesca del tonno con la presenza di tonnare, espressione di tradizioni secolari.
I muretti a secco, patrimonio Unesco, ancora oggi conservano in cima, una pietra gettante, a raccontarci di una strategia anti lupo e, al tempo stesso, di una Sicilia cosi ossessionata dalla lotta al lupo da determinarne l’estinzione della specie già negli anni ’50.
Gli scavi di Paolo Orsi inoltre, ci hanno restituito un quadro culturale dettagliato degli insediamenti indigeni presenti nel Plemmirio, risalenti alla seconda età del bronzo. Villaggi capannicoli a cui corrispondevano le necropoli che presentavano nuclei di tombe a grotticella contenenti al loro interno, elementi appartenenti ai vicini villaggi.
Ancora, raggiungendo una delle due grotte della “Pillirina”, quella del mare di sotto, siamo stati emotivamente coinvolti dalla triste storia d’amore della “Pillirina” che si tramanda nella leggenda e invece, arrivati nella seconda grotta della Pillirina che si trova sul promontorio, ci siamo trovati in una grotta di tipo carsico che, al suo interno accoglie sale ricche di stalattiti e stalagmiti, seppur difficili da raggiungere. In essa, studi hanno rinvenuto presenze dell’uomo preistorico e nelle vicinanze, due grosse cisterne, per la raccolta dell’acqua piovana, testimoniano la pratica di colture antiche.
Lungo la costa inoltre, abbiamo ammirato le grandi cave estrattive a cielo aperto di età greca. Latomie utilizzate a quel tempo, per la costruzione del quartiere suburbano del Plemmyrion e, in tempi remoti, per la costruzione del Tempio di Apollo. A testimonianza inoltre, della presenza di attività produttiva, sappiamo che dopo il terremoto del 1693, la facciata della cattedrale di Piazza Duomo fu ricostruita con la pietra proveniente da queste latomie.
La passeggiata è continuata nel pomeriggio dopo una pausa pranzo rifocillante, raggiungendo un’incantevole spiaggetta e i luoghi che durante la seconda guerra mondiale furono teatro di guerra, dove sono visibili gli imbocchi per tunnel sotterranei e le postazioni usate dai cannoni dalla contraerea.
Una piacevolissima giornata che si potrà ripercorrere sempre col ricordo inzuppato dell’azzurro del mare, del verde della vegetazione e del bianco della pietra.
Giusy Rubino
Socia IN Melilli