Italia Nostra

Data: 7 Agosto 2011

L’assedio del cemento nel Parco di Portofino

L´allarme di Italia Nostra: “Da un lato si fanno lavorare le ruspe, dall´altro si emarginano le associazioni”. Un autosilos sotterraneo al Cenobio dei Dogi e nuove antenne Rai in deroga ai divieti.
«L´erosione del Monte di Portofino è duplice. Da un lato ruspe e piscine stagionali, dall´altro l´estromissione delle associazioni ambientaliste dal consiglio dell´Ente Parco che deve essere rinnovato in questi giorni. Ci hanno già tagliato fuori dal Parco del Beigua e dell´Antola e accadrà anche qui».
Il grido d´allarme, per quella che potrebbe essere una svolta storica nella gestione dei parchi, lo lancia Augusto Atturo, rappresentante di Italia Nostra e in passato consigliere del Parco. Atturo parla il giorno dopo l´approvazione – criticata da Italia Nostra e Wwf – da parte della Regione di due varianti al Piano del Parco di Portofino del 2002 e al Regolamento edilizio del 2007.
In estrema sintesi il Parco ha deciso di autorizzare un progetto dell´hotel Cenobio dei Dogi di Camogli che prevede un autosilos sotterraneo e l´abbattimento seguito da recupero di volumi di strutture abusive e abbandonate poste sulla collina. Inoltre sarà più semplice collocare piscine removibili fino a cinque metri cubi nel periodo maggio ottobre (il Parco ha bocciato diverse richieste per piscine in muratura) e infine è stato deciso un programma per le antenne Rai collocate sul Monte che avrebbero già dovuto sparire da tre anni ma in Italia una deroga non si nega a nessuno. In realtà la loro rimozione è affidata alla speranza che la Rai trovi presto soluzioni logistiche alternative.
Francesco Olivari, il presidente del Parco che potrebbe essere riconfermato dalla Regione, ha respinto le accuse di cementificazione e ha sottolineato quanto di positivo è stato fatto dall´Ente nella conservazione dei sentieri e nell´opera di sviluppo di un turismo eco compatibile.
«Il problema – dice Augusto Atturo – non sta tanto nell´oggetto di queste varianti, quanto nel fatto che ancora una volta le maglie, invece di stringersi si allargano. Ogni modifica non ha come fine quello di tutelare bensì quello di concedere un pezzetto in più».
Che poi in consiglio regionale si siano sollevate le voci contrarie di alcuni esponenti del centro destra non può che apparire come un fatto curioso visto che proprio l´ultima maggioranza di centro destra, la giunta Biasotti, fu quella che diede una pesantissima sforbiciata all´area protetta riducendola di alcune migliaia di ettari.
Ma le preoccupazioni di Atturo e degli ambientalisti sono per il futuro. Con il nuovo regolamento il numero dei consiglieri dell´Ente Parco viene ridotto a cinque: tre rappresentanti degli enti locali, uno della Regione (cui spetta indicare il presidente) e uno dei cosiddetti “interessi generali”.
«Il rischio – spiega Atturo – è che in quest´ultima categoria si mettano d´accordo agricoltori, boscaioli, artigiani per tagliarci fuori. E´ già accaduto per il Beigua e l´Antola dove non ci saranno rappresentanti delle associazioni ambientaliste».
Durissimo il commento di Giovanni Gabriele consigliere nazionale di Italia Nostra: «Ancora una volta la politica vuole mettere le sue mani dappertutto e su tutto, per imporre unilateralmente e senza un vero dibattito, le proprie mire e i propri intendimenti».
In realtà la Regione ha una possibilità per dimostrare di tenere in conto il mondo degli ambientalisti. Alcune associazioni hanno, infatti, candidato Massimo Quaini, docente dell´Università, uno dei massimi geografi italiani, noto anche all´estero. La Regione Liguria lo ha spesso consultato e coinvolto in progetti culturali, oggi potrebbe, nominandolo, dimostrare che Quaini non è solo un elegante cameo, ma una preziosa risorsa per la gestione del nostro patrimonio naturale.

di MARCO PREVE (Repubblica – Genova)

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