Italia Nostra

Data: 15 Luglio 2021

L’Italia della bellezza dimenticata

Val Platani eolico

La mia povera Italia è succube sempre di più di una classe politica che pensa una cosa, ne dice un’altra e ne mette in atto una completamente contrastante con le precedenti fasi elencate. Leggo sull’ormai famoso PNRR, fra le varie e belle indicazioni, che <<la transizione verde e la sostenibilità ambientale nel nostro Paese non possono che fondarsi sulla tutela e sulla valorizzazione del patrimonio paesaggistico e culturale, attraverso politiche intrinsecamene ecologiche che comportino la limitazione del consumo di suolo>>. Addirittura hanno dedicato una sezione specifica d’investimenti volti alla tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale nonché azioni per la <<rigenerazione di parchi e giardini storici come hub di “bellezza pubblica”>>.

Ma non finiscono qui i buoni propositi pensati e scritti. Al capitolo ‘rivoluzione verde e transizione ecologica’ trova spunto la costatazione del riscaldamento climatico e della conseguente alterazione dell’ecosistema, ritenendo pertanto <<assolutamente necessario intervenire il prima possibile per mitigare questi fenomeni ed impedire il loro peggioramento su scala. Serve una radicale transizione ecologica verso la completa neutralità climatica e lo sviluppo ambientale sostenibile>>. Il PNRR nel suo capitolo dedicato alle Missioni sulla rivoluzione verde e transizione ecologica continua con importanti riflessioni sulla decarbonizzazione e sull’economia circolare, con lo scopo di proteggere la natura e la biodiversità indicando l’Italia come possessore di un patrimonio unico da proteggere.

Fin qui sembra tutto normale, quasi ci si stupisce della bellezza delle intenzioni ma il problema però sta se si continua a leggere quali sono i pilastri su cui fondare la rivoluzione verde e la transizione ecologica. Tra le quattro componenti risulta esserci ‘energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile’ da attuare con specifiche sottocomponenti. Risultano essere presenti, tra gli altri, gli impianti eolici e fotovoltaici nonché un’agricoltura agro-voltaico che andrebbe a sostituire parte dell’attività agricola con sistemi di produzione di energia. Insomma da qui in poi, leggendo il PNRR, inizia il contrasto con i buoni propositi iniziali facendo largo alla devastazione silente e autorizzata del nostro straordinario paesaggio italiano.

Pensare, dire e agire necessitano di coerenza non negoziabile. Se vogliamo la tutela del patrimonio naturale, quindi dell’ambiente e del paesaggio come tanto sbandierato nell’ultimo periodo con la proposta di modifica dell’art. 9 della Costituzione, è necessario rivedere le scelte fatte per l’installazione selvaggia di impianti eolici e fotovoltaici nei nostri crinali montuosi, versanti collinari e pianure. Per la transizione ecologica e la rivoluzione verde bisogna fare scelte coraggiose, a partire dalla seria applicazione dell’art. 9 della Costituzione e da programmi politico-economici che valorizzino il nostro ricco paesaggio agrario e i relativi ambienti ed ecosistemi.

Per la transizione ecologica bisogna rivedere i modi dell’abitare la Madre Terra e le città, avere più consapevolezza delle nostre azioni e dell’importanza che ognuno di noi ha nel cambiare le sorti del pianeta Terra. Non abbiamo bisogno di riscrivere l’art. 9 della Costituzione con deboli giustificativi; l’ambiente, gli ecosistemi, la biodiversità, il rispetto degli animali e lo sviluppo sostenibile è intrinseco alla tutela del patrimonio storico, artistico e naturale e pertanto già incluso nell’art 9 della Costituzione.

Oggi abbiamo bisogno di piantare alberi, abbracciare quelli già esistenti e amare il Creato modificando le nostre insensate abitudini, questa è la difficile sfida da perseguire per consegnare ai nostri giovani un’Italia un po’ meglio di come l’abbiamo ereditata e modificata noi.

 

Raffadali, 29.06.2021

 

Arch.Giovanni Gueli

(Responsabile Presidio Italia Nostra Val Platani)

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