Italia Nostra

Data: 18 Giugno 2021

Mosaico romano: cercate di più, non di meno

Apprendiamo che  la Giunta Comunale di Pescara  il 15 giugno scorso ha approvato un progetto definitivo/esecutivo di “Distacco e ricollocazione in altra sede del mosaico romano rinvenuto lungo la golena sud del fiume Pescara”, senza nemmeno un passaggio in Consiglio.

Torna di attualità una vecchia idea che vorrebbe lo spostamento dal suo sito originario del frammento di mosaico romano rinvenuto  20 anni fa  in golena Sud, a ridosso del Bagno Borbonico, in occasione di lavori di scavo. 

Italia Nostra  non condivide la scelta e soprattutto il metodo.

Questa idea è stata oggetto  di incontri nei quali abbiamo manifestato la nostra contrarietà, sia per l’oggettivo pericolo di danneggiamento del reperto, sia perché l’operazione è molto criticabile dal punto di vista culturale. Quegli incontri registrarono l’orientamento negativo  della Soprintendenza Archeologica,  per ragioni analoghe alle nostre e sulla base del fatto che la pratica del distacco per affreschi e mosaici è pressoché abbandonata, salvo casi eccezionali di pericolo imminente  che qui non ricorrono, posto che le condizioni millenarie della sua conservazione non sono cambiate. Leggiamo che ora la Soprintendenza ABAP avrebbe espresso parere favorevole; sarebbe doveroso spiegare cosa è cambiato dagli incontri pubblici in cui quell’orientamento fu negativo  e comunicato al precedente Assessore al ramo. 

Molte sono le ragioni che militano contro la asportazione del reperto: dal carattere distruttivo  del prelievo, che comporterebbe la demolizione dei supporti e delle malte ed un alto rischio per la stessa integrità del lacerto; alla mancanza di  ipotesi sui locali della futura conservazione e di qualsiasi progetto espositivo; alla eventualità che sia esposto  in verticale in qualche atrio di Palazzo, fuori dal suo contesto, considerandolo oggetto  a valenza estetica e non documento di quella storia e di quell’architettura a cui appartiene. 

Molto utilmente si potrebbe procedere,  invece, ad una copia accurata, magari  con una ricostruzione che ne presenti l’intera estensione sulla base dell’estrapolazione dei motivi ornamentali, da esporre orizzontalmente come è giusto fare per i pavimenti, con gli opportuni apparati illustrativi, in locali dello stesso Bagno Borbonico, reperibili anche in contiguità con l’area di scavo.

Segnaliamo, insomma, una  criticabile  riluttanza ad intraprendere la strada di uno studio e di un progetto organico, nel quale ogni atto concorra a costruire  una strategia di riscoperta, per il cittadino, della sua storia. In questa ottica avrebbe molto senso allargare lo scavo intorno all’area del mosaico (dei mosaici, meglio dire, perché ce ne sono di minori a detta dello scopritore Ernesto Barbi); si sa, infatti, di trovare una stratificazione di opere murarie romane, bizantine, altomedioevali concentrate in un’area relativamente ridotta che restituirebbe uno spaccato delle fasi antiche della evoluzione urbana e potrebbe costituire un capitolo della riscoperta della città nascosta, a sostegno del quale da tempo siamo impegnati.

L’attuale decisione, sottratta al confronto pubblico con cittadini ed esponenti della cultura, ci appare come una scorciatoia per  mostrare  attenzione alla storia con un intervento circoscritto e parziale che rischia di confinare nel dimenticatoio le ricerche e di esporre  soltanto un’importante testimonianza resa oggetto insignificante.

                                                                    Il Direttivo della Sezione “L. Gorgoni” di Italia Nostra-Pescara

Pescara, 17 giugno 2021

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