Italia Nostra

Data: 7 Agosto 2019

Nuovi piazzali e banchine portuali a Portoferraio

L’intervento di maggiore impatto ambientale e culturale dai tempi della costruzione degli Altiforni

 

Tutte le associazioni ambientaliste e culturali bocciano il progetto dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale che prevede l’ampliamento dei piazzali e delle banchine a Portoferraio.  Ma le associazioni non sono per il NO, sono per il SIhanno tantissime idee, tantissime proposte per risolvere i problemi della città e dell’isola.

Noi ci siamo per affermare che siamo propositivi, per vivere in un ambiente risanato. Noi diciamo SI alle navi piccole e medie che già, e sono circa un centinaio l’anno, arrivano a Portoferraio, SI al controllo delle emissioni e dei carburanti delle navi e dei traghetti, SI alla valorizzazione della nostra zona portuale, SI al miglioramento dell’accoglienza e dei servizi, SI alla nascita di un accesso al centro storico della città tutelato, razionale, elegante, permanente, SI alla navigazione minore locale e tra isole, SI al miglioramento del benessere dei visitatori, SI a non considerare Piombino il solo accesso all’Elba, ma comprendere Campiglia con le ferrovie e Pisa con l’aeroporto.

Dei “gabbioni”, spesse reti metalliche anti-terrorismo (?) messe lungo decine di metri all’Alto Fondale qualche anno fa, rimane una traccia simbolica poco prima del molo del Gallo: è bene darci un’occhiata ogni tanto. Il Comune di Portoferraio ha già preso una posizione ufficiale pur aprendo al dialogo in seguito a critiche durante l’ultimo Consiglio comunale.  Italia Nostra chiede: qual è l’opinione dei sindaci elbani e dell’Arcipelago Toscano al progetto dell’Autorità Portuale? L’Amministrazione di Portoferraio ha accettato perché interpreta come un miglioramento la trasformazione, in parcheggio e rampa di sbarco, dell’ingresso alla città medicea, già centro storico, ai piedi degli imponenti bastioni, nel cuore della rada di Portoferraio.  C’è una contraddizione.  Sarà l’intervento di maggiore impatto ambientale e culturale dai tempi della costruzione degli Altiforni nel 1900.  Devastante, irreversibile.

Noi vogliamo vivere a Portoferraio, all’Elba, nell’Arcipelago Toscano, ma vogliamo vivere bene.

Un pensiero va all’indimenticata Collana “Memoria e Progetto” sull’Elba e Portoferraio, curata da Marcello Pacini nel 1998, con la quale fu pubblicato uno studio su Cosmopoli a firma del prof. Amelio Fara, tra i massimi studiosi di architettura delle fortificazioni, insieme ad altri testi fondamentali sulla città scritti da Rino Manetti e Giuseppe Massimo Battaglini, quest’ultimo neoconsigliere e responsabile per la Cultura del Comune stesso. Ecco il messaggio ai portoferraiesi che derivò dalla sua presentazione all’Auditorium De Laugier con l’allora Assessore Massimo Scelza:

“bisogna raccogliere la sfida, operare un restauro minuzioso in tutte le direzioni. Portoferraio può essere un’attrazione straordinaria per l’Europa intera e l’obiettivo non è utopia, non è infinitamente costosa l’idea direcuperare questa meravigliosa macchina da guerra con molto discernimento e mano leggera”.  

Può il solo Angelo Zini, neosindaco dall’enorme responsabilità morale e civile, accettare un progetto così invasivo e stravolgere per sempre la sua città?  Si legge nell’introduzione alla Collana:

“L’augurio è che questi volumi siano in qualche modo per non smarrirsi in tale processo di trasformazione, evitando di renderlo banale, radicando un progetto di futuro in un passato nobile e vigoroso in un momento in cui, più che in altri periodi storici, il domani ha un accentuato carattere di incertezza e di indeterminatezza.”

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