Italia Nostra

Data: 10 Luglio 2018

Osservazione al Comune di Firenze per la variante al regolamento urbanistico per l’aggiornamento della definizione del limite di intervento al patrimonio edilizio storico architettonico

OSSERVAZIONE AL COMUNE DI FIRENZE DELLA SEZIONE DI FIRENZE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE “ITALIA NOSTRA” AL PROVVEDIMENTO DEL COMUNE DI FIRENZE DENOMINATO “VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO PER L’AGGIORNAMENTO DELLA DEFINIZIONE DEL LIMITE DI INTERVENTO DA APPLICARE AL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE DI INTERESSE STORICO-ARCHITETTONICO E DOCUMENTALE RISPETTO ALL’INNOVATO QUADRO NORMATIVO”

Il Consiglio Direttivo della Sezione di Firenze dell’Associazione Nazionale “ITALIA NOSTRA” fa appello, mediante la presente formale OSSERVAZIONE ai sensi di legge, affinché il Comune di Firenze NON PROCEDA NELL’ITER E REVOCHI LA VARIANTE AL R.U. AVENTE LO SCOPO DI SOSTITUIRE INDISCRIMINATAMENTE GLI INTERVENTI DI RESTAURO NEI BEN DIVERSI SE NON OPPOSTI INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE DEGLI EDIFICI DEL CENTRO ANTICO DELLA CITTA’.

Quello che accadrebbe a Firenze, sarebbe un caso unico, in Italia, che finirebbe per rendere inefficace il dettato dell’art. 9 della nostra Costituzione, ovvero la tutela del patrimonio (paesaggio e beni culturali). Da tanti decenni, mai finora e da parte di nessuna città era stato messo in discussione il principio della tutela dell’edificato storico.

A Firenze, l’amministrazione comunale intenderebbe approvare, su materia eccezionalmente delicata, dopo averla scandalosamente licenziata a maggioranza, una Variante all’art. 13 del Regolamento Urbanistico – decantata, grottescamente, come strumento innovativo di “rigenerazione urbana” –, che invece lascerebbe mani libere alla speculazione immobiliare che, da tempo, sta trasformando il centro storico da città dei cittadini, con la sua tradizionale vita produttiva e socio-culturale, in location e dormitorio a servizio di un turismo internazionale di massa, sempre più carente in fatto di motivazioni culturali e sociali specificamente riferite alla storia e al presente della città.

In macroscopico contrasto e in stridente incompatibilità con lo status di patrimonio dell’umanità UNESCO fin dal 1982 – oltre che con le prescrizioni del vigente Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (artt. 29 e 30) , con la legislazione della Regione Toscana e con la consolidata prassi internazionale, di cui l’Italia è l’avanguardia, che consacra il restauro conservativo come il metodo di intervento più indicato per le città storiche –, la detta Variante abolisce, infatti, l’obbligo del restauro conservativo sugli edifici storici, pubblici e privati. Con ciò, il Comune si sottrae anche all’obbligo costituzionale primario di dettare la disciplina dell’utilizzo del territorio e delle trasformazioni e dell’uso di ogni immobile guardando all’interesse generale.

Se questo vero e proprio attentato ai princìpi della tutela diventasse norma urbanistica, la salvaguardia delle architetture storiche – ma solo per i monumenti appositamente e singolarmente “vincolati” – resterebbe compito esclusivo della Soprintendenza Statale, purtroppo sempre più in difficoltà a svolgere le mansioni che le competono per carenza di personale esperto e culturalmente autonomo e di mezzi idonei.

A Variante entrata in attività, in luogo del restauro scatterebbe la “ristrutturazione edilizia” su quasi metà dell’edificato storico del territorio comunale, da farsi praticamente senza regole: si lascia la più ampia libertà nelle opere di trasformazione e si arriva a prevedere anche la demolizione e la ricostruzione delle architetture in forme diverse da quelle originarie. Il tutto, per attirare – con la deregulation, che tra l’altro rende più appetibili i tanti contenitori edilizi militari e statali in vendita – investitori e parassiti della rendita da ogni parte del mondo e per dilatare la già ben avviata espulsione dei cittadini residenti a vantaggio dell’ospitalità del turismo mordi e fuggi che sta prendendo d’assalto le città d’arte italiane, Firenze compresa.

Il Consiglio Direttivo di Italia Nostra rivolge innanzitutto un ulteriore appello al Sindaco di Firenze e al Consiglio Comunale affinché rivalutino e correggano, peraltro, il gravissimo errore tecnico e disciplinare contenuto nella Variante proposta. Chi ha redatto la proposta di Variante ha dimostrato di ignorare che la categoria più ampia e completa di interventi sul patrimonio edilizio è proprio quella del Restauro che, ovviamente non certo a caso o su interessi finanziari, bensì sulla base di rigorosi studi scientifici preventivi e sondaggi documentari, può spaziare dalla obbligatoria e fondamentale conservazione della concezione strutturale e distributiva originaria agli interventi di consolidamento anche antisismico, ad esempio, agli eventuali elementi innovativi: e ciò nella naturale libertà di approfondimenti da parte del progettista particolarmente esperto.

Non è certo per caso che la progettazione del Restauro non può essere svolta da chiunque ma solo da quei laureati esclusivamente in Architettura che abbiano seguito il Corso di Laurea specialistico in Restauro.

Riesce quindi molto difficile comprendere per qual mai motivo si intende sostituire il Restauro con la più limitativa Ristrutturazione edilizia, se non per la volontà di far distruggere materialmente e internamente il Patrimonio architettonico del centro antico di Firenze, con la sua riconosciuta valenza di Bene costituzionale e di rilevanza/eccellenza mondiale: come bene dimostra la considerazione da parte delle Nazioni Unite/Unesco. Tali scontate considerazioni richiedono quindi che la Variante debba essere del tutto riconsiderata per la sua incompatibilità con la conservazione del patrimonio storico architettonico fiorentino.

 

Per tutti questi motivi LA SEZIONE DI FIRENZE DELL’ASSOCIAZIONE “ITALIA NOSTRA”, CON LA PRESENTE OSSERVAZIONE, RICHIEDE AL SINDACO ED AL CONSIGLIO COMUNALE DI FIRENZE DI REVOCARE LA DELIBERAZIONE DI APPROVAZIONE DELLA SUDDETTA VARIANTE, COME GIA’ PERALTRO RICHIESTO AL SIGNOR SINDACO DI FIRENZE CON LA LETTERA DEL 7 APRILE SCORSO.

 

ITALIA NOSTRA FIRENZE – Il Presidente (Prof. Leonardo Rombai)

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