Italia Nostra

Data: 2 Luglio 2019

Otranto: Ristabilita la legalità sulla questione dei pontili

In merito ai pontili di Otranto si ritiene doveroso ricordare che la scrivente Associazione ha preso parte più volte sulla vicenda sia con un intervento ad adiuvandum del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia nel procedimento giudiziario (innanzi al Consiglio di Stato – Sezione VI del 17 giugno 2014) con il quale è stata riformata la sentenza del TAR Lecce n.1358-2011 rigettando così il ricorso proposto dal Comune di Otranto sia intervenendo nella Conferenza dei Servizi il 25.10.2018, indetta dal Comune di Otranto per l’esame del “Progetto di riduzione dell’altezza dei pontili galleggianti presenti nell’approdo turistico di Otranto nei restanti mesi dell’anno”,  ed esprimendo il proprio parere negativo all’approvazione del progetto.

Con nota del 22 maggio u.s. inoltre,  inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri per i Beni Culturali, per l’Ambiente e per il Sud,  la scrivente Associazione comunicava che era intervenuta a sostegno delle tesi poste dalla Soprintendenza  per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto avverso la determinazione adottata dal Comune di Otranto n.209 del 31/10/2018 relativa al “Progetto di riduzione dell’altezza e per il mantenimento dei pontili galleggianti presenti nell’approdo turistico di Otranto nei restanti mesi dell’anno, per il fatto che nello specchio d’acqua interessato antistante il centro storico di Otranto  è presente un vincolo di tutela archeologica (imposto con decreto 19.11.2010 del Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia) e che, per la stessa area demaniale marittima al momento dell’approvazione del progetto dei pontili galleggianti, lo stesso Direttore aveva imposto  (con decreto del 25.01.2011 ai sensi dell’art.45 del vigente Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n.42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”) le seguenti misure di tutela indiretta: “E’ vietata la costruzione di nuove opere a mare che possano alterare la visuale prospettica da mare dei monu-menti, quali il Castello, il Fortino Casamatta, la Cattedrale, le Mura Idrusa, il Fortino sulla riviera degli Haethei e la Torre del Serpe; è consentita la manutenzione ordinaria e straordinaria  delle opere a mare già presenti nello specchio d’acqua purchè non si aumentino i volumi e non si inse-riscano impianti che possano alterare la visuale prospettica da mare dei monumenti su citati”, condizioni queste che erano state condivise e sottoscritte dallo stesso Comune di Otranto.

Oggi con il provvedimento adottato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri dovrebbe essere stata posta la parola fine ad una vicenda che vedeva contrapposti organi dello Stato che dovrebbero innanzitutto garantire il rispetto delle leggi e la tutela del patrimonio storico e paesaggistico per i quali sono chiamati  ad operare . La scrivente Associazione intende infatti stigmatizzare l’assurdità di una vicenda per la quale, nello specchio d’acqua prospiciente la monumentale Otranto, sono stati reiterati una serie di abusi per il fatto che, nei periodi in cui tali pontili dovevano essere rimossi, le attività di ormeggio sono state ininterrottamente esercitate: tali attività consistenti nell’attracco delle imbarcazioni da parte dei proprietari, nelle operazioni di sorveglianza e manutenzione svolte dai gestori dei pontili e nel pagamento dei relativi canoni incassati dallo stesso Comune, sono state del tutto illegittime in quanto le autorizzazioni rilasciate per la presenza e l’utilizzo dei pontili valevano solo per sei mesi l’anno.

Pertanto tutte le attività che si sono svolte nei mesi in cui i pontili non dovevano essere presenti sono state svolte abusivamente e con responsabilità degli amministratori e dei dirigenti del Comune di Otranto, sia sotto l’aspetto economico-finanziario sia sotto quello della sicurezza e della pubblica incolumità! Ciò a dimostrazione con quale leggerezza (o arroganza) si è operato in questi anni nella gestione di una attività che – evidentemente e sin dalle prime fasi – è stata “architettata” con l’intenzione di mantenere i pontili per tutto l’anno, altrimenti le eventuali que-stioni (reali o presunte) attinenti lo smontaggio dei pontili sarebbero state evidenziate già allora e per cui il Comune non avrebbe dovuto accettare le condizioni impartite dalla Soprintendenza

Tali comportamenti, al di là dei punti di vista e delle opinioni soggettive sul maggiore o minore impatto dei pontili e delle imbarcazioni a ridosso della città storica, sono da stigmatizzare soprattutto perché assunti da rappresentanti e dirigenti di pubbliche istituzioni che – per primi – devono rispettare le leggi dello Stato.

 

                                                                                          Marcello Seclì

                                                                    Presidente Italia Nostra –  Sezione Sud Salento

 

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