Italia Nostra

Data: 10 Giugno 2019

Padova, intervento sui Plateatici in centro storico

Concordiamo in pieno con le disposizioni emanate in questi giorni dalla Soprintendenza riguardanti i plateatici in centro storico. Che le piazze e le vie più monumentali della città siano da anni in balia di un proliferare caotico di tavoli, sedie, ombrelloni, tende, fioriere e quant’altro è un fatto incontrovertibile e, ad arginare il fenomeno, non sono valsi, a quanto pare, i Regolamenti per l’Arredo urbano e per l’Insediamento di attività di somministrazione di alimenti e bevande emanati dal Comune fra 2015 e 2018.

Perché è vero che anche bar e ristoranti contribuiscono a rendere viva la città, ma in ogni cosa ci vuole misura, altrimenti, da argine al “degrado”, i plateatici si trasformano essi stessi in causa di degrado. La Piazza dei Signori è forse l’esempio più evidente di questa metamorfosi: uno spazio pubblico e civile trasformato in tutto e per tutto in una debordante e disordinata mangiatoia/sprizzeria a cielo aperto nel cuore della città, con i maxi bidoni per le bottiglie a sancirne il nuovo ineluttabile destino. La piazza, integralmente occupata la mattina dai banchi del mercato (non certo in tono con l’originaria destinazione di quello spazio e per i quali si potrebbe anche pensare una futura diversa destinazione), si copre di pomeriggio di una marea di tavolini e sedie che lasciano a malapena un corridoio centrale, senza nemmeno rispettare il cono prospettico delimitato dalle due fasce che attraversano longitudinalmente la piazza e che inquadrano la facciata della chiesa di San Clemente, da una parte, e l’Arco di Falconetto dall’altra.

Per anni i tavolini in Piazza dei Signori non hanno avuto ombrelloni, poi – ce lo ricordiamo bene – ne sono spuntati un paio poco distanti la chiesa di San Clemente, ed è stata subito alluvione, cosicché oggi il panorama è più degno di una spiaggia che di una delle più importanti piazze storiche della città. Ma, con le dovute differenze di contesto e impatto, il discorso vale per tutti gli altri spazi monumentali.

Quanto alle Associazioni di categoria, che si sono inalberate contro le decisioni della Soprintendenza, fanno “il loro mestiere” (con quanta lungimiranza, lasciamo ai posteri il giudizio). Però ci piacerebbe che si ricordassero della tutela del patrimonio culturale non soltanto quando gli torna utile (vedi la vicenda del megacentro commerciale nei pressi del Catajo, che li ha visti combattere una stessa battaglia con le Associazioni ambientaliste). Perché è proprio in virtù del contesto monumentale nel quale gli esercizi commerciali del centro cittadino si collocano, che essi prosperano. Dunque, quel contesto non si può solo sfruttare fino ad avvilirlo, ma bisogna anche, e prima, rispettarlo, perché è di tutta la città.

Certo i plateatici non sono l’unico problema. Anche auto e moto nelle aree centrali creano degrado visivo, con in più l’aggravante dell’inquinamento, e almeno nelle piazze non se ne dovrebbero più vedere. Fatto sta che a tutt’oggi perfino il sagrato del Duomo è ridotto alla mortificante funzione di privilegiato parcheggio all’ombra del Battistero, candidato a patrimonio Unesco insieme agli altri siti dell’“Urbs Picta”. E per restare nella stessa piazza, di sicuro non contribuisce al suo decoro la sfilza di moto in sosta davanti al portico del Palazzo del Monte.

Infine, per tornare ai plateatici: c’è il caso della veranda del Caffè Cavour. Che occupa da sola una buona porzione della centralissima piazza, oscurando in permanenza tre occhi di portico. Il fatto che a suo tempo sia stata autorizzata, non ne sminuisce il notevolissimo impatto, acuito dalla circostanza che, nonostante per legge non possa essere stabilmente ancorata a terra, in tanti anni non è mai accaduto che la si rimuovesse, almeno nella bella stagione, restituendo per qualche mese la piazza a un’immagine più in sintonia con la propria storia.

In ogni caso (come abbiamo già avuto modo di rilevare in un nostro documento dell’aprile 2016) il Regolamento per l’Arredo urbano del 2015 all’articolo 4.2, 3 recita: “Non è consentita la realizzazione di verande a chiusura completa dei plateatici del Centro Storico”, e l’articolo 11 precisa: “Tutte le situazioni in essere che risultino in contrasto con quanto previsto dal presente Regolamento dovranno essere adeguate entro il termine di un anno solare dalla data di approvazione”.

Per il Direttivo, Renzo Fontana

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