Nel settembre 2017 l’architetto Marisa Margiotta, ha presentato, a nome di Andrea, l’ultimo discendente dei d’Avalos, e a Stella Cervasio una documentata relazione sullo stravolgimento della preziosa unitarietà architettonico-decorativa del complesso monumentale vincolato di Palazzo Avalos.
Purtroppo al tempo della ministra Melandri, Italia Nostra aveva proposto al ministero l’acquisto del palazzo d’Avalos da parte del Ministero dei Beni Culturali con l’accordo del principe d’Avalos: si sarebbe ricostituita una dimora aristocratica napoletana con tutte le sue suppellettili.
Nella Vasto Società l’azionista di maggioranza è ormai Corrado Ferlaino, ma molte quote sono finite nella Deiulemar, quelli del crac da 700 milioni che ha rovinato 11.000 investitori di Torre del Greco.
Chiesi all’ex soprintendente Garella di annullare per autotutela i permessi accordati nel 2015, prima della sua presenza ma, con il coraggio che lo distingueva, rifiutò. Oggi lo scandalo d’Avalos è tornato sulla stampa (Corriere del Mezzogiorno), ma nessuna associazione o comitato a suo tempo si è dichiarato disposto –tranne Italia Nostra – a firmare il legittimo ricorso al Tribunale amministrativo regionale, che è in corso. Lo scopo sembra quello di aiutare Ferlaino a sboccare la situazione a suo favore, dal momento che ha presentato un nuovo progetto, che risparmierebbe l’appartamento nobile oggetto del ricorso al Tar.
Guido Donatone
presidente Italia Nostra Napoli
Leggi l’articolo Corriere_del_Mezzogiorno_23.10.2019
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