Italia Nostra

Data: 8 Febbraio 2022

Quale futuro per la palazzina Ex Fincantieri?

Leggendo di un’ulteriore ipotesi di intervento al porto di Ancona riferita a un ampliamento e scavo in area archeologica, all’interno del porto storico romano, sembrerebbe logico affermare che un principio di precauzione dovrebbe essere invocato. Queste aree annoverate ormai da tempo tra quelle di interesse storico monumentale, normate spesso da vincoli di rispetto e mantenimento di uno status “congelato” proprio per le loro valenze, sono ormai accettate come appartenenti a una coscienza collettiva.

Proseguire su un percorso di nuovi progetti spesso fuori da un programma generale di interventi, che oggi pretende condivisione, acuisce il senso del dissenso nei confronti di scelte che proteggono interessi di parte innanzitutto, a favore del privato, senza una visione di priorità indispensabili che dovrebbero innanzitutto confrontarsi con la qualità della vita e la salute dei cittadini (vedi i recenti dati dello studio PIA). Qui all’interno del porto di Ancona, dell’area simbolo di una eccellenza urbana che contiene valenze archeologiche e monumentali da esporre in vetrina, non può mancare questa visione. E dopo alcune realizzazioni e proposte quali:

Ø l’autorimessa dei VVFF dentro le mura Vanvitelliane all’interno del Corridore Vanvitelli al Molo Nord

Ø la cabina piloti del porto in testa e in prosecuzione allo stesso molo Vanvitelli

Ø la collocazione della Fontana dei Due Soli lungo il Braccio Clementino

Ø il nuovo molo crociere il cui progetto dilania il progetto storico del Vanvitelli,

ecco la nuova sede del CNR nel riutilizzo della palazzina storica dei cantieri !

Sembra che tutto questo debba avvenire oltre che senza un prioritario disegno di recupero del porto storico, senza che organi preposti alla conservazione di un bene che più carico di significati paesaggistici e dati storici non può essere, esprima dissenso. Se è vero che anche il progetto dell’imponente nuovo molo crocieristico a ridosso del molo Vanvitelliano è stato avallato come compatibile.

Certo viene il dubbio che non si sia in grado di valutare i danni di certe scelte perpetrati al patrimonio collettivo. E magari non si portano avanti importanti progetti che, come è accaduto in tante città del mondo, potevano dare un volto e un riconoscimento ad un’area che appartiene alle eccellenze del patrimonio culturale e naturale di tutti, approfittando anche di un’occasione unica come quella dei fondi PNNR, che un porto internazionale della qualità di quello anconetano evidentemente non meritano.

Quindi la destinazione della palazzina ex Fincantieri a nuova sede del CNR, alla fine del Lungomare Vanvitelli nel porto storico, sarebbe compatibile se non comportasse lavori importanti di ampliamento e scavo in una zona che, secondo noi, presenta un altro rischio archeologico.

La palazzina ex Direzione Fincantieri è stata realizzata dopo la guerra su edifici tardo medioevali e rinascimentali che potrebbero aver utilizzato come fondazione o inglobato, come appurato in gran parte degli altri palazzi situati lungo l’arco portuale, le strutture preesistenti. E’ lecito pensare che realizzando i nuovi plinti di fondazione al piano terreno, si intercetterebbero molto probabilmente strutture preesistenti superstiti delle età precedenti. La quota della palazzina in esame non differisce molto da quella dell’Istituto Nautico che come si è visto, ha intercettato strutture archeologiche tra i 2,80-3,60 metri sul livello del mare. L’analisi effettuata con i carotaggi del terreno su cui si sono progettati gli interventi, di ampliamento laterale e retrostante, sulla scarpata contenuta da muri di contenimento, ha evidenziato la presenza di materiale di riporto pertinente a strati antropizzati.

Ciò detto a nostro parere il CNR deve evitare interventi di ampliamento alle fondazioni della palazzina esistente. Altrimenti è necessario dare il via ad un riassetto generale di quell’arco di porto ove insistono palazzi costruiti sopra il porto romano, quale ad esempio l’Istituto nautico, per il quale da anni Italia Nostra propone l’abbattimento al fine di liberare e valorizzare la parte storico archeologica di Ancona, destinando al CNR altra sede in altro luogo. Soprattutto serve che il Comune appronti un piano di intervento di medio lungo periodo, ragionato e orientato alla valorizzazione di tutta quell’area storica dove è nata e vissuta Ancona, condiviso con i cittadini.

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