Non è bastata la centralina idroelettrica in corso di realizzazione nel comune di Trecchina in località Saporitana lungo il fiume Noce in Area Sic ” Valle del Fiume Noce” , ed ancor prima nello stesso comune un analogo impianto più a monte in località Parrutta , sempre in area SIC. Abbiamo da poco appreso che la Regione Basilicata con il DPGR n. 184 del 29 agosto 2019 ha decretato la derivazione di acqua pubblica superficiale dal Fiume Noce a servizio dell’impianto idroelettrico denominato “Noce 4” che verrà realizzato a ridosso del SIC “Marina di Castrocucco”, in località Milossina del comune di Maratea.
Se già eravamo molto preoccupati per le conseguenze sugli ecosistemi fluviali e sull’erosione costiera in una realtà già fortemente colpita , ora la preoccupazione ha ceduto il passo allo sconcerto per una decisione che aumenta ancor di più le criticità da noi paventate , con la ulteriore segmentazione dell’ambiente fluviale che è stata riconosciuta quale causa dominante del degrado dell’ecosistema stesso. Al posto delle briglie che la forza del fiume aveva abbattuto ripristinando la continuità del ecosistema fluviale, sullo stesso posto sono state e saranno innalzate nuove muraglie in cemento che verranno considerate pure come un intervento migliorativo del paesaggio perché verrebbe eliminata l’immagine della briglia “ammalorata” , ridotta in pezzi dalla forza del fiume.
Si scrive in questi progetti che la presenza straordinaria della Lontra lungo il fiume determina la necessità di considerare di rilevante interesse conservazionistico l’intera ittiocenosi del fiume quale potenziale risorsa per il mantenimento del mammifero. La fauna fluviale solitamente ha necessità di risalire e scendere il corso d’acqua per cercare condizioni più idonee, in termini di velocità della corrente, temperatura, ossigenazione ed altre caratteristiche ambientali, nelle diverse stagioni. Interrompere la possibilità di migrazione con briglie e muraglie di queste centraline implica spesso un decadimento della biodiversità ed un generale degrado dell’ecosistema. Si pensa di ovviare al problema con la creazione di scale di risalite per i pesci, ma la loro progettazione e funzionalità è materia assai complessa e spesso sono risultate di difficile localizzazione, come un ago nel pagliaio, da parte della fauna ittica, figuriamoci quando queste “scale ” si presentano più e più volte lungo il corso del fiume. Insomma ci sarebbe molto da dire e da chiedere come , ad esempio, se gli effetti di ogni centralina sull’ecosistema fluviale e sugli apporti di sedimenti siano stati considerati anche per gli effetti cumulativi che queste producano nel loro insieme e non solo singolarmente. Ma vedremo.
Il 21 novembre abbiamo appreso che i sindaci dei comuni di Tortora e di Maratea si sono riuniti e nel resoconto che ne è stato dato è stato specificato, tra l’altro, che avrebbero fatto di tutto per bloccare questa emergenza ambientale. Inoltre hanno chiesto alle Associazioni Ambientaliste di stare al loro fianco. Noi stiamo già facendo la nostra parte, ma non si può intervenire in una situazione già compromessa senza un’azione comune , coordinata ed efficace. Per questo rivolgiamo ai Sindaci di Maratea e di Tortora l’invito a convocare prima possibile un tavolo di confronto con tutte la Associazione Ambientaliste del territorio della Calabria e della Basilicata che è la via migliore per una battaglia che ci veda tutti uniti dalla stessa parte e con i medesimi obiettivi.
Italia Nostra-Sezione Alto Tirreno Cosentino
Note:
La foto si riferisce al luogo di realizzazione della nuova centralina e la cartografia indica la loro posizione rispetto alle aree SIC.