Italia Nostra

Data: 4 Settembre 2020

Rete civica no discariche: severo monito sulla qualità delle acque nella “Riviera dei tramonti”

 

Chiare, fresche, dolci e … verdi acque. Ormai è un fenomeno fisso. In certe giornate estive le acque della costa lametina sono invase da reflui verdastri, oleosi e ributtanti e si colorano di un verde disgustoso. E’ successo di nuovo venerdì 28 agosto di prima mattina; Rete Civica si è data da fare per cercare di individuarne la causa, ma è stata un’inutile “nuotata” contro corrente.

L’assessore all’ambiente di Lamezia aveva promesso di interessarne la Capitaneria di porto e l’Arpacal, ma preso da altri impegni dopo insistenze ha chiamato solo la prima e ormai a notte fatta. L’Arpacal fa solo i prelievi di routine qualche volta al mese e a data fissa, salvo emergenze, e questa non è stata considerata una emergenza. Ma, quel che è peggio, è che una tale inerzia complessiva è l’insano frutto di una vulgata facilona e autolesionista, secondo cui il verdastro del nostro mare consisterebbe sempre e solo in mucillagine dovuta all’eccessivo riscaldamento e ad una ipernutrizione dell’acqua marina provocata dai concimi utilizzati dagli agricoltori della piana. Forse su nostra insistenza Arpacal è andata a fare un prelievo il lunedì seguente, quando ormai il mare col favore dal vento di terra che tirava al largo aveva diluito tutto. Ma intanto gli ultimi e pochi turisti se ne saranno tornati con il disgusto e, ancora una volta, senza nessuno gli avesse comunicato che fosse successo e se il mare fosse balneabile. Chi ha avuto modo di visitare la Costa Azzurra sa che gran parte di quel litorale rinomato in tutto il mondo è stato deturpato da una invasione di cemento addirittura più intensa di quella calabrese e della costa lametina. Ogni paesino dell’entroterra ha sviluppato sul suo tratto di costa insediamenti vacanzieri caotici ed accalcati e s’è dotato di un suo porticciolo turistico. Ma tutte le spiagge, anche quelle libere, hanno i loro tabelloni telematici che informano costantemente i bagnanti sullo stato delle acque marine in base ad analisi giornaliere. Evidentemente non è così difficile farlo.

Noi, invece, abbiamo dato alla costa lametina un nome (che sa un po’ troppo di vecchia cartolina illustrata): Riviera dei tramonti, ma non riusciamo da anni a dargli né un’anima, né una prospettiva di sviluppo. Eppure le potenzialità naturali ci sono tutte, da quelle dei laghi salmastri alla pineta frangivento, da quelle faunistiche al birdwatching, dalle dune agli sport del vento, per come hanno spontaneamente intuito gli amanti del kitesurf e degli sport velici. Solo che invece di impegnarci a programmare il futuro ci dilettiamo a danneggiare il presente. Chiunque vada a leggere i programmi elettorali di tutti i canditati a sindaco delle ultime e di ogni elezione passata di tutti comuni costieri ci troverà in rilievo l’impegno a sviluppare l’agricoltura ed il turismo (quello della costa innanzitutto). Non si capisce allora perché, quando arriva la marea verde, il primo pensiero sia quello di addossarne la colpa alla nostra agricoltura, visto che è davvero difficile immaginare che i nostri imprenditori agricoli, oramai e per fortuna soggetti a continui e stringenti controlli, pur di inquinare il mare siano così autolesionisti da sprecare nelle loro coltivazioni concimi non necessari.

A nessuno di questi sapientoni pare, invece, venire in mente che sulla nostra piana e soprattutto sull’area ex SIR, insieme ed accanto ai terreni agricoli, pesano un numero considerevole di carichi ambientali, quali due depuratori, tre discariche autorizzate (oltre la nuova in progetto), più quella non qualificabile sul fiume Bagni e quella abusiva nella cava di Caronte, ben sette impianti autorizzati di riciclo di rifiuti anche sanitari e pericolosi, uno dei quali è anche un inceneritore, e un numero considerevole di piccole industrie che per necessità lavorative usano e trattano prodotti chimici.

Senza voler criminalizzare nessuno ed anzi con l’obiettivo di efficientare anche il lavoro e la presenza di ognuno di questi impianti industriali, senza aspettare come al solito il mese di giugno e insieme a tutti i sindaci dei comuni sia costieri che interni dell’area lametina, va organizzato da subito un programma di iniziative concrete per individuare le cause delle ricorrenti criticità del nostro mare, indicarne la soluzione ed avviare la costruzione di servizi comuni che possano rendere più economici i servizi turistici e più attraenti le vacanze sulle nostre coste. Rete Civica, con lo spirito di supplenza che ha dimostrato nel caso della terza discarica, intende avviare anche questa iniziativa e invita i Sindaci a dare la loro disponibilità.

Italia Nostra, Zero Waste Italy, Confagricoltura, CIA Agricoltori Italiani, Coldiretti, FederAgri, ACLI Terra, Associazione Regionale Allevatori, Parco Agricolo della Calabria, Città del vino, Movimento turismo del vino, Agriturist, Amici della terra, Amici della Montagna, Confesercenti, Confartigianato, CNA, Confcooperative, Lamezia Shopping, Cittadinanzattiva, L’albero della vite, Associazione Micologica Reventino, Movimento Cristiano Lavoratori, ACLI don Saverio Gatti, Osservatorio Sociale San Nicola, Difesa Consumatori del Lametino, Tribunale del Malato, Altrove, Comitato Lamezia 4 Gennaio, Comitato Salviamo la Sanità del Lametino, Comitato Malati Cronici, Comitato Lamezia Maltrattata, Comitato Lavoro Sanità Sicurezza, M24A-ET San Pietro a Maida, Ali sul Mediterraneo, La compagnia di via Bologna, M24A-ET Comuni dell’Amato, Amolamezia

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