Italia Nostra

Data: 25 Giugno 2021

Riqualificare non distruggere!

Italia nostra ha accolto a gennaio con soddisfazione l’Ordinanza del Tar del Veneto, in merito al ricorso contro l’autorizzazione della Commissione regionale per il patrimonio culturale del Veneto alla demolizione di cinque padiglioni vincolati dell’ex Ospedale al mare.

I giudici, dichiarando che «le questioni prospettate necessitano approfondimento» hanno rimandato il giudizio di merito al primo trimestre 2022; la decisione ha concesso il tempo per riaprire il “dibattito pubblico” sulle possibili alternative rispetto a quelle prospettate dai proprietari –CDPI- che vedono nella distruzione di una parte consistente del complesso il presupposto necessario e indispensabile per una riconversione al turismo d’élite dell’ex Ospedale, orientandosi unicamente verso l’ennesima struttura ricettiva.

Le bonifiche sono state ultimate e questo dovrebbe preludere, una volta approvata in consiglio comunale la variante urbanistica, alla demolizione dei padiglioni storici.
Il progetto di CDPI con seducenti rendering, annuncia edifici multipiano connotati dall’impeccabile stile dei resort di lusso che, realizzati sul sedime dei padiglioni demoliti, di fatto occuperanno tutto il fronte a mare, conquistando uno degli ultimi varchi che i vincoli erano riusciti a sottrarre alla fame dell’economia turistica.
Nel frattempo tuttavia, il tempo guadagnato ha riaperto la discussione.
Possono infatti essere valutate altre destinazioni, anche miste, considerate le diverse esigenze sanitarie emerse dalla pandemia, dal bisogno di salute e benessere e dalla crisi della monocoltura turistica. Le proposte non mancano.

Tra queste il progetto, che l’architetto Manoni insieme agli altri progettisti ha costruito fin dai tempi della prima ipotesi di riconversione a scopo turistico ricettivo di Est Capital, parte dall’esistente, esalta il valore di unitarietà del complesso, valorizza la caratteristica modularità dei padiglioni per diversificare le funzioni sulla base di un’analisi delle tipologie costruttive, attribuendo loro la funzione più adatta e compatibile senza snaturarne la struttura.
Le funzioni individuate sono molteplici ma tutte in continuità con la vocazione naturale e storica del luogo che, situato a pochi passi dalla spiaggia e immerso in un contesto naturale di grande interesse ambientale, si propone di dedicare spazi al termalismo e alle terapie del benessere ma anche all’assistenza e alla cura degli anziani, centri di riabilitazione, padiglioni destinati a foresteria e a servizi, con spazi dedicati allo sport e al tempo libero e, soprattutto, lasciando il presidio ospedaliero nel Monoblocco.
Tali scelte richiederanno posti di lavoro qualificati e stabili che i progettisti quantificano per ciascuna delle 5 funzioni, delineando uno scenario occupazionale alternativo al turismo.

Il progetto andrà sicuramente dettagliato dal punto di vista progettuale e vagliato nei suoi aspetti economici e gestionali ma ha già il merito di portare avanti un’idea culturale forte di riqualificazione che parte dal rispetto delle preesistenze e intercetta le richieste della collettività che ha diritto alla salute e al riconoscimento del valore identitario dei luoghi che sono ancora vivi e operanti nella memoria delle vecchie generazioni e nelle prospettive future delle nuove.

Proprio queste ultime hanno infatti dichiarato, reclamando una visione finalmente lungimirante, la priorità della conservazione dei servizi sanitari, della tutela dell’ambiente rinaturalizzato della spiaggia antistante e delle opportunità lavorative differenziate ma, soprattutto, della condivisione e della fruizione di beni comuni, espressione più genuina della vitalità della nostra città.

Il Consiglio Direttivo di Italia Nostra Venezia

per approfondimenti:

https://www.lavocedivenezia.it/ex-ospedale-al-mare-le-proposte-di-italia-nostra-alternative-al-resort/

Photocredits by www.lavocedivenezia.it

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