Alla fine del 2021 il Comune di Porto San Giorgio ha ricevuto un finanziamento PNNR di 4 milioni di euro, successivamente finalizzato alla “rigenerazione urbana della zona sud del lungomare cittadino mediante realizzazione ed adeguamento delle aree pedonali e ciclabili per incentivare la mobilità sostenibile”. Diverse associazioni locali cominciano ad interessarsi al progetto, a cominciare dal Comitato che si era battuto con successo per la realizzazione della pista ciclabile su tutto il lungomare, oltre a Italia Nostra, Legambiente, FIAB, Società Operaia di Porto San Giorgio, Comitato per la tutela del Verde. Già nella fase di elaborazione del progetto definivo le associazioni elaborano e propongono, interloquendo direttamente con l’Amministrazione e con la cittadinanza tramite media e manifestazioni, criteri di redazione del progetto orientati alla massima valorizzazione del verde e della mobilità dolce.
Al momento della presentazione del progetto definitivo, tuttavia, esse hanno appreso con sconcerto che esso prevede, oltre ad una stretta corsia carrabile, due file di parcheggi, di cui una comporterà il sacrificio di quasi 60 tamerici storiche che da decenni ornano e danno ombra a quella zona. Oltre all’enorme danno ambientale che ne consegue, gli spazi ciclabili risultano così fortemente compressi, anche in seguito alla cassazione da parte della Regione di dannose piazzole di cemento previste sulle spiagge libere, in contrasto con la normativa vigente. Il risultato del progetto definitivo è quindi un mare di auto su un lungomare molto stretto, il taglio di 60 alberi storici sostituiti da modesti (e inadatti) Alberi di Giuda e spazi totalmente inadeguati al crescente traffico ciclabile previsto con la creazione della Ciclovia Adriatica.
In seguito a ripetuti interventi sulla stampa, una manifestazione pubblica il 2 Aprile 2023 e di un consiglio comunale richiesto dall’opposizione, in cui si chiedeva di conservare le tamerici, eliminare una fila di parcheggi, ampliare pista ciclabile e marciapiedi, si viene sapere che la relazione tecnica che condanna al taglio le piante, redatta da un professionista non qualificato, risulta del tutto scientificamente infondata. L’Amministrazione, dopo aver acquisito i pareri della Conferenza dei Servizi su tale base fasulla, fa redigere una perizia arborea da una ditta qualificata, la quale riscontra che almeno 34 tamerici sono pienamente sane e possono essere trapiantate.
Il trapianto degli alberi è tuttavia contrario al Regolamento Comunale del Verde e nasconde goffamente lo sterminio delle piante, la cui probabilità di sopravvivenza all’espianto è inferiore al 25%. Ancora oggi non si sa con certezza quanti alberi verranno trapiantati (nel computo metrico se ne prevedono 25, Dio solo sa perché) e quanti tagliati. Tutto questo per l’assurdo proposito creare una trentina di parcheggi, in una zona che dispone di ampie possibilità alternative nelle vicinanze.
In sintesi il progetto, di cui sono da pochi giorni iniziati ai lavori, oltre a costituire uno sfregio alla Città e al benessere di residenti e cittadini e uno sperpero di denaro pubblico, si presenta in palese contrasto con le finalità del PNNR che lo finanzia. L’art. 7 del Regolamento UE 2020/852, infatti, stabilisce l’importante principio DNSH (Do no significant harm) secondo il quale i progetti del PNNR non possono arrecare danni significativi all’ambiente.
Le associazioni sopra citate, dopo aver promosso una petizione online su Change.org che ha superato in questi le 2400 firme, si stanno mobilitando di nuovo per chiedere di conservare gli alberi e modificare il progetto con una variante. Hanno per questo organizzato per il 26 Novembre mattina, alle 10.30 una manifestazione di protesta aperta a tutti.
Comitato per la Mobilità Dolce, Comitato per la salvaguardia di Viale Cavallotti e del verde di Porto San Giorgio, FIAB Costa Macerata-Fermo, Italia Nostra Fermo, Legambiente Fermo, Società Operaia “G. Garibaldi” Porto San Giorgio