Dopo il gigantesco rogo che il 13 luglio ha mandato in fumo 70 ettari di vegetazione sulla costa di Galatone e Sannicola, Italia Nostra Sud Salento si mobilita con una lettera-appello contro la piaga dei roghi estivi con un appello indirizzato a tutti gli enti competenti per un maggiore impegno e maggiori risorse stanziate nella prevenzione dell’odioso fenomeno.
“Il gigantesco rogo che il 13 luglio scorso ha incenerito circa 70 ettari di vegetazione naturale sulla costa di Galatone e Sannicola, nell’area SIC “Montagna Spaccata e Rupi di San Mauro” – sottolinea Marcello Seclì, presidente di Italia Nostra Sud Salento – così come i tanti altri incendi che si sono verificati anche in aree protette, ripropone drammaticamente il problema della inadeguatezza del nostro sistema regionale di prevenzione incendi. Se è vero che la giornata particolarmente ventosa ha reso possibile la propagazione dei fuochi e arduo il loro controllo, è vero anche che tali scenari si ripropongono con inquietante frequenza ogni anno e trovano puntualmente le comunità impreparate ed esposte a danni gravi all’ambiente, al paesaggio ed alle economie per molti aspetti irreversibili. Basterebbe una rapida analisi delle misure messe in campo rispetto alla vastità e drammaticità delle emergenze, per verificare che le molte azioni disponibili per contrastare il fenomeno, pur con presa d’atto del generoso impegno dei soggetti impegnati a domarli, risultano inadeguate e/o inattuate, mentre i fondi destinati al settore dalla Regione, addirittura ridotti qualche anno fa, restano decisamente insufficienti. Il personale addetto all’avvistamento ed al primo intervento dovrebbe avere un deciso potenziamento, così come servirebbero una serie di azioni preventive come la manutenzione delle strade comunali e provinciali, la realizzazione di piste forestali per rendere più agevole l’accesso alle zone minacciate da parte dei mezzi di soccorso, l’apertura di viali tagliafuoco, l’approntamento di una rete di distribuzione di acqua per lo spegnimento, collegata ad adeguate cisterne di accumulo. In tal senso ci risultano decisamente inadeguate le azioni di informazione, di sensibilizzazione, di pulizia, di prevenzione e controllo adottate dai comuni, a partire dallo sfalcio della vegetazione secca nelle aree pubbliche ed anche in quelle private.
Appare poi inaccettabile che i mezzi aerei di intervento debbano partire dalla Calabria (Lamezia Terme), quando la Puglia dispone di più prossimi scali militari e civili come Brindisi, Grottaglie e Galatina. Quali resistenze impediscono che questi scali dispongano di una sezione riservata al servizio antincendio? Restando sul tema della prevenzione e considerando la scientifica reiterazione degli incendi dolosi, ci chiediamo se siano mai state attivate delle indagine specifiche per collegare questi gesti – non certo isolati, né causali, né scoordinati – a possibili disegni criminali di devastazione del territorio a fini speculativi (che potrebbero sottendere questi raid irresponsabili) così come quelli perpetrati a fini prettamente oltraggiosi verso questo genere di risorse ambientali di cui la provincia di Lecce risulta scarsamente dotata.
Questa Associazione – prosegue Seclì – che spesso in questi anni ha cercato di dare il suo contributo propositivo su tali problematiche, auspica che gli incendi di questo inizio estate 2020 pongano fine alle solite riunioni (dalle quali sono escluse le associazioni di volontariato ambientale) di “vertice”, ai soliti “comunicati” e alle “denunce contro ignoti” strumenti cui finora spesso si è limitato l’intervento pubblico. Pertanto si ritiene che l’impegno e l’abnegazione di quanti, in condizioni difficili e con mezzi spesso inadeguati, oggi sono impegnati su questo fronte, mettendo talvolta a repentaglio la propria incolumità per proteggere quelle delle comunità, meriti una nuova responsabilizzazione da parte dei decisori politici e delle amministrazioni competenti. 2 di 4 Italia Nostra onlus
La Puglia – conclude Seclì – già oggi agli ultimi posti tra le regioni italiane per superfici boscate e per biodiversità, non può permettersi ancora di subire queste devastazioni; non si tratta solo di sensibilità ambientale, ma di tutela delle risorse su cui si basano pilastri fondamentali della vita e dell’economia.”