Italia Nostra

Data: 1 Ottobre 2010

Ponte sullo Stretto: il 2 ottobre in corteo

Ponte sullo Stretto: il governo continua a vendere fumo e illusioni

SABATO 2 OTTOBRE – CORTEO NO PONTE
ORE 16.00 PIAZZA CAIROLI – MESSINA

Ad un anno di distanza dall’alluvione che ha colpito la zona sud di Messina, causando la morte di 37 cittadini, e a distanza di mesi dalle frane che hanno interessato diversi centri abitati dei Nebrodi, le aspettative di messa in sicurezza e d’aiuto provenienti da quei territori sono largamente disattese. Le prime piogge autunnali, inoltre, hanno gettato nell’angoscia i paesi già colpiti e messo in ginocchio Reggio Calabria. Al contrario, il progetto di costruzione del famoso ponte sullo Stretto ha proseguito il suo iter: un iter stanco, confuso e contraddittorio che, però, si propone all’intero territorio meridionale come un’ipoteca gravida di devastazioni e sprechi. Di recente sono state diffuse le mappe relative ai raccordi, alle cave e alle discariche della mega infrastruttura, con le quali si delineano i cantieri e, quindi, si chiarisce che i disagi ad essi connessi non interesseranno, per quanto riguarda la sponda messinese, solo la zona di Torre Faro, bensì la città intera. D’altronde le trivelle che, come funghi, spuntano un po’ dappertutto (oltre 100 quelle già messe in campo, secondo l’amministratore Ciucci) lo stanno a dimostrare. Ciò che viene prospettato agli abitanti di Messina per il futuro è, insomma, una città sottomessa agli interessi di Impregilo e soci, ridotta ad un colabrodo e con una viabilità impazzita, nella quale l’autorità sarà in buona misura in mano alla Stretto di Messina S.p.A., concessionaria del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la progettazione, realizzazione e gestione del ponte. Lo dimostra la vicenda dei complessi residenziali di Via Circuito a Torre Faro, candidati ad ospitare le trivelle, posti sotto la minaccia dell’intervento delle Forze dell’Ordine.

Il popolo del NoPonte, dopo la bella e partecipata manifestazione del 28 agosto scorso, a Torre Faro, tornerà in piazza, per le strade di Messina, SABATO 2 OTTOBRE, a confermare l’assoluta contrarietà all’avvio dei cantieri e a chiedere con forza, a politici e amministratori, di intervenire per le vere priorità: il 75% del patrimonio abitativo messinese non è a norma contro il rischio sismico; gran parte delle scuole pubbliche non è in possesso dell’agibilità e spesso versano in drammatiche condizioni igieniche e ambientali, mentre oltre l’80% dei comuni della provincia è a rischio idrogeologico. Inoltre, sulla sponda calabrese dello Stretto, la Costa Viola e tutta l’area di Villa San Giovanni-Cannitello sono a forte rischio sismico ed idrogeologico. Ebbene, con meno della metà di quanto la Società dello Stretto ha ingoiato in 20 anni (circa 500 milioni di euro spesi in “studi e progetti”) si potrebbero riqualificare case, scuole, ospedali e dare lavoro a migliaia di operai. Dalla manifestazione nazionale, svoltasi a Cannitello, il 19 dicembre 2009, restano sempre attuali le principali priorità: 1) messa in sicurezza del territorio (sicurezza, d’altronde, era stata la parola più usata in campagna elettorale dagli stessi componenti del governo, che hanno, di fatto, ignorato gli allarmi lanciati dagli esperti e dagli abitanti; 2) ammodernamento del sistema viario; 3) potenziamento e ammodernamento della flotta marittima pubblica; 4) rifacimento delle condotte dell’acqua e gestione pubblica come bene comune non alienabile; 5) allestimento dei servizi essenziali fondamentali in ogni territorio, a partire da quelli sanitari. Il nostro non sarà un corteo di commemorazione, ma una manifestazione democratica di lotta: facciamo appello ai comitati locali, alle associazioni ambientaliste, ai cittadini perché portino in questa manifestazione tutta la loro indignazione contro l’assurdo spreco di risorse pubbliche, mentre l’area dello Stretto sprofonda in una devastante crisi economica e ambientale.
Pretendiamo che i soldi destinati al ponte vengano utilizzati per mettere in sicurezza, sismica e idrogeologica, i nostri territori, perché i tragici eventi che hanno colpito Giampilieri, Scaletta Zanclea e gli altri paesi della riviera Jonica non possano più ripetersi.

Intanto, inesorabilmente, il governo continua a vendere fumo e illusioni: mentre gli italiani devono affrontare una crisi che si è deciso di far pagare alle fasce più deboli, tagliando stipendi, sanità e servizi, il presidente del Consiglio Berlusconi, il 29 settembre, alla Camera, parla ancora una volta della grande opera pubblica “ponte sullo Stretto” – opera già bocciata dalla Corte dei Conti e il cui costo è stato recentemente stimato in 8 miliardi di euro. Quelle sollevate recentemente dalla Corte dei Conti sono le medesime obiezioni che da sempre noi ambientalisti poniamo al governo Berlusconi, relativamente ad un’opera dai costi altissimi, tecnicamente dubbia e senza alcuna utilità. In particolare, le stime sui flussi del traffico sono quelle rilevate nel 2001, e non oggi. Il governo eviti di buttare letteralmente a mare circa 8 miliardi di euro per il ponte: le vere priorità dell’Italia e del Mezzogiorno sono altre: la creazione di condizioni favorevoli ad  uno sviluppo equo e sostenibile, la messa in sicurezza dei territori, la salvaguardia del paesaggio, la realizzazione di collegamenti ferroviari moderni e funzionali, la costruzione di una rete idrica efficace ed efficiente.

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