C’è il fascino del tempo sospeso tra gli oltre trecento metri lineari di antiche carte conservate dall’Archivio Storico Comunale di Vasto. Dalle scritture corsive su pergamena redatte dalla cancelleria angioina di XIV secolo fino ai materiali dattilografici di metà Novecento e agli ultimi esempi calligrafici (1961) di deliberazioni consiliari. Un formidabile intreccio temporale di inchiostri, di membrane pecudine, di bambagina che, in allineamento sincronico, offrono una successione diacronica di seicento anni o di sei secoli, se qualcuno preferisce quest’ultima formula.
Quasi non bastasse, l’istituzione comunale custodisce manoscritti di autori vastesi (Viti, Bassano, de Benedectis, Maciano, Benedetto Maria e Filippo, Gabriele e Antonio Rossetti, Luigi Marchesani – tanto per citare qualche nome –). Ma anche archivi privati di scrittori come Romualdo Pantini, Giuseppe Tiberi e di esploratori come Ernesto Cordella (le carte palizziane, al contrario, sono nella Biblioteca Comunale Mattioli)… continua a leggere Vasto visita all’archivio