Italia Nostra

Data: 5 Giugno 2017

Palazzo Serena a Francavilla al Mare (Chieti): segnalazione per la Lista Rossa

Indirizzo/Località: Francavilla al Mare  –  Chieti

Tipologia generale: palazzo pubblico

Configurazione strutturale: Struttura pubblica che può essere compresa nella tipologia dei kursaal, sorti lungo la riviera adriatica per favorire lo sviluppo turistico balneare delle località costiere dopo il passaggio della ferrovia appena dopo l’Unità d’Italia. Edificata nel 1888 l’edificio è stato completamente demolito dai tedeschi in ritirata nel secondo conflitto mondiale. Ricostruito nel 1947, ha ospitato per decenni le più varie manifestazioni culturali e mondane della cittadina: dalle mostre di pittura (il Premio Michetti) a convegni, concerti, ecc. Alla struttura originale, negli anni 90, è stata aggiunta, dopo un concorso di idee, una nuova costruzione. L’Amministrazione comunale, dopo la ristrutturazione e messa a norma della parte più recente, ha deciso di demolire l’edificio originario per ampliare la prospiciente piazza. A questo un comitato cittadino “RisorgiSirena” e le sezioni di Italia Nostra di Pescara e di Chieti si oppongono con determinazione.

Epoca di costruzione: sec. XX

Uso attuale: al momento risulta abbandonato e inagibile pur se non in cattive condizioni statiche

Uso storico: luogo pubblico di aggregazione

Condizione giuridica: proprietà comunale

Segnalazione: del 4 gennaio 2017 – segnalazione dalla Sezione di Pescara di Italia Nostra – pescara@italianostra.org


Motivazione della scelta: 
Progettato nel 1947 dall’ing. Vittorio Ricci sul precedente edificio di Antonino Liberi (ingegnere a Pescara, cognato di Gabriel D’Annunzio). Realizzato negli anni immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale, è caratterizzato da un linguaggio tardo razionalista. Decoroso nella sua forma, esso è diventato un elemento  centrale della vita della città e, insieme alla anch’essa ricostruita chiesa di S. Maria di Ludovico Quaroni, ne rappresenta il principale elemento identitario.

Il Sindaco (eletto con grande consenso: 65% dei voti) ne ha deciso la demolizione. Il provvedimento, finanziato, attende di essere ratificato dal Consiglio Comunale. L’edificio potrebbe essere recuperato quale struttura integrativa all’adiacente edificio destinato a sala congressi, offrendo numerosi spazi per attività connesse. Sono state avanzate proposte in questo senso da diversi giovani progettisti.

Il Comitato e le Sezioni di Italia Nostra con altre associazioni hanno presentato istanza alla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio d’Abruzzo per l’apposizione del vincolo di interesse culturale, ad oggi, senza esito. L’edificio è vicino al compimento dei settanta anni (ciò dipende dalla modalità di valutazione: se si considera l’anno di progettazione o quello della fine dei lavori) e l’Amministrazione comunale ha intenzione di procedere alla demolizione in tempi brevi.

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