La mobilitazione di cittadini ed associazioni per salvare dall’abbattimento due querce storiche nell’ultimo tratto di via delle Fornaci a Pescara ha prodotto alcuni risultati degni di nota dei quali le forze politiche debbono fare oggetto di approfondimento e riflessione. Dopo l’aggregazione intorno alla filanda Giammaria e per la salvaguardia dello storico quartiere Pineta, torna la questione del verde in città, a partire dalla tutela di due alberi secolari, residui della antica copertura vegetale collinare e della originaria orditura di fossi nella campagna che si distendeva lungo la direttrice adriatica. I residenti hanno vissuto il loro abbattimento per far posto alla nuova sede stradale come un impoverimento del quartiere che, invece, ha bisogno di radicali interventi di riqualificazione. Per questo, insieme alle associazioni, oltre la protesta hanno affrontato il piano del confronto col progetto approvato, cercando soluzioni alternative.
E’ confortante registrare il consenso alle proposte avanzate nelle audizioni in commissione consiliare e presso l’assessorato competente, tanto da potere guardare con ottimismo alla conclusione della vicenda, superati gli ostacoli burocratici; ma va sottolineato l’approccio innovativo col quale si è affrontata la questione, definendo obiettivi da sviluppare in una linea di azioni coordinate. Il caso delle querce è stato inquadrato dentro il contesto urbano concreto, ricercando le relazioni tra i temi della circolazione, del sistema del verde e della riqualificazione urbana; ne è venuta un’idea forte che integra i vari aspetti: è stata individuata una direttrice, un corridoio verde potenziale che, seguendo il tracciato di un fosso coperto, connette le aree verdi di via Alberto Della Chiesa, la zona delle due querce all’impianto sportivo di Zanni e, attraverso la pineta litoranea, alla Riviera: un percorso pedonale e ciclabile che può essere parte del sistema del verde urbano e della mobilità alternativa di cui si parla in città, collegandosi alle sue direttrici principali. Questa proposta parte dalla tutela e si sviluppa in idea progettuale proprio perché la partecipazione si è fatta carico di una visione complessiva, nell’intento di fornire materiali per le azioni di riqualificazione delle periferie che pure sono in programma ma che rischiano di non cogliere le priorità espresse dai cittadini.
Noi siamo fiduciosi che gli spunti e le indicazioni espressi in questa occasione trovino la dovuta attenzione di Consiglieri ed Amministratori, cogliendo l’apertura prospettica che caratterizza le nostre proposte. Ci sembra, comunque, che se ne possano trarre lezioni di merito e di metodo da riversare nelle progettazioni pubbliche
– è opportuno che le progettazioni assumano carattere intersettoriale, integrando agli aspetti ingegneristici quelli urbanistici, botanici, relativi ai servizi.
– è necessario rendere momento ordinario la partecipazione, a monte della progettazione definitiva e dell’appalto dei lavori; a tal fine, oltre alla discussione locale, può svolgere un’importante funzione la prevista Consulta per il verde, di cui si tarda l’istituzione.
Per questa linea di condotta le associazioni civiche ed i cittadini ribadiscono la propria disponibilità.
Pescara,28 giugno 2018
Massimo Palladini, vicepresidente della sezione Italia Nostra di Pescara