Italia Nostra

Data: 26 Marzo 2020

Ampliamenti Rwm in tempi di Coronavirus

Il Comitato Riconversione Rwm per la pace e il lavoro sostenibile specifica quanto sta avvenendo nello stabilimento di Domusnovas.

“La Rwm ha fermato la produzione di ordigni ed esplosivi per non gravare sul sistema sanitario in caso di incidente. Contemporaneamente, non rinuncia ai lavori in corso per l’ampliamento dello stabilimento – sottolineano Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita, portavoce del comitato in una nota diffusa a mezzo stampa –  Società e RSU dello stabilimento di Domusnovas (classificato ad alto rischio di incidente rilevante) omettono di ricordare che l’attuale Piano di Sicurezza Esterno è “scaduto” da ben 8 anni e probabilmente non è più adeguato agli attuali livelli di rischio. Dal 9 al 16 marzo sono stati emessi ben otto provvedimenti in otto giorni, tutti relativi ad interventi di ampliamento della porzione di stabilimento che si trova in territorio di Iglesias. Continua senza sosta, dunque, il lavoro di parcellizzazione delle autorizzazioni edilizie che ha caratterizzato fin dal principio il rapporto tra la Rwm e il Comune, volto, a nostro parere, a eludere le norme relative alla Valutazione di Impatto Ambientale che, ricordiamo, la società è finora riuscita ad evitare. Il provvedimento che fa capire quanto questa fabbrica abbia intenzione di proseguire la sua politica di incremento della produzione di ordigni bellici riguarda la variante in corso d’opera del progetto per la realizzazione dei nuovi reparti R200 ed R210, che prevede il raddoppio della produzione degli esplosivi di tipo PBX, sul quale pende il giudizio del TAR, per un ricorso presentato a gennaio 2019. Appare inopportuno che si cerchi di far approvare varianti in corso d’opera mentre il giudizio sulla legittimità dell’opera è ancora pendente. Fa impressione l’incessante attività degli uffici comunali di Iglesias in favore dell’ampliamento, in un momento come quello che stiamo vivendo.

L’attenzione delle pubbliche amministrazioni, infatti, dovrebbe essere concentrata sull’emergenza sanitaria in corso, e la riflessione sull’attualità dovrebbe portare tutti ad un ripensamento delle strutture economiche, da ri-orientare decisamente verso modalità rispettose della dignità e della vita umana, non certo compatibili con la produzione di ordigni da guerra utilizzati sostanzialmente per l’attacco, come le bombe della Rwm.

Il segretario generale dell’ONU, Guterres,  – concludono i due portavoce – di fronte al disastro mondiale causato dal virus, chiede “un immediato cessate il fuoco globale in tutti gli angoli del mondo” ma, se non capiamo che produrre armi non equivale certo a “produrre cioccolatini”, come qualche politico locale continua a credere, non spezzeremo mai il legame vizioso tra quella che ipocritamente viene chiamata “industria della difesa” e il proliferare dei conflitti e continueremo a trovarci nell’assurda necessità di pagare con i soldi dei contribuenti la cassa integrazione dei suoi dipendenti, anche a prezzo dei continui tagli alla spesa sanitaria, di cui vediamo i risultati in questi giorni drammatici.”

 

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