Indirizzo/Località: Regio tratturello Palmira, s.n.c. – contrada Cafiero – Genzano di Lucania (Potenza)
Tipologia generale: architettura
Tipologia specifica: masseria
Configurazione strutturale: Complesso composto di tre piani, il piano basso ospitava magazzini e depositi; presenta alcune porte murate. Il piano superiore il cui ingresso sembra essere non accessibile. è formato da ambienti vari, utilizzati come cucine, camere da letto e soggiorni. Il terzo vano formato da un colonnato era probabilmente utilizzato come soffitto ed accessibile mediante una scala interna.
Epoca di costruzione: sec. XVIII
Uso attuale: stato di abbandono
Uso storico: intero bene: abitazione/ attività produttive agricole
Condizione giuridica: proprietà privata
Segnalazione: del 26 marzo 2018 – segnalazione firmata da un cittadino
Motivazione della scelta: Antica masseria denominata ex Cafiero-Verderosa situata in agro di Genzano di Lucania, con apposizione del vincolo di interesse culturale dichiarato in data 16\12\1998. Il corpo di fabbrica presenta al suo esterno e interno numerose rimaneggiature (la presenza di due torri inglobate nella struttura, fa pensare anche ad un utilizzo difensivo-militare probabilmente in epoca altomedievale.
Si compone di tre piani, il piano basso ospitava magazzini e depositi; presenta alcune porte murate. Il piano superiore il cui ingresso sembra essere non accessibile. E’ formato da ambienti vari, utilizzati come cucine, camere da letto e soggiorni. Il terzo vano formato da un colonnato era probabilmente utilizzato come soffitto ed accessibile mediante una scala interna. Il solaio rischia di crollare.
Attualmente è stata affidata a custodia preventiva dalla Sovrintendenza ai beni archeologici ai proprietari del fondo, i quali per via del vincolo d’interesse culturale, per mancanza di requisiti professionali, ed in attesa di disposizioni in merito ad un eventuale bando di appalto\concessione non posso in alcun modo intervenire. Non accessibile perché pericolante. Necessità di immediato intervento di recupero strutturale – architettonico, dato che parte del secondo piano risulta essere già da tempo crollato. L’edificio presenta alcune micro e macro lesioni murarie.
L’antica masseria rappresenta uno dei pochissimi beni culturali rurali del territorio. Appartenne alle ricche famiglie latifondiste dall’ Età moderna (XVI-XVII) fino alla riforma agraria avviata negli anni 50’ del XX Sec. Venne utilizzata forse inizialmente come struttura rurale fortificata e poi come centro produttivo,d’immagazzinamento di derrate alimentari, come locanda e reggia estiva. S’inserisce nell’antico tracciato viario Palmira-Monteserico-Corato (d’origine romana, sottoposto anch’esso a vincolo) reso percorribile in età aragonese dal re Alfonso il Mgnanimo per la circolazione di merci, mezzi e animali, soprattutto durante i periodi di transumanza delle greggi e la contemporanea istituzione della “Dogana delle pecore. Ne parlano alcuni storici locali tra cui il genzanese Ettore Lorito nel libro “Genzano di Basilicata-Cronografia”.
Non esistono a mio avviso progetti di recupero e valorizzazione, ma potrebbe essere utilizzata come struttura turistico – ricettiva polivalente, lungo una possibile ricreazione di itinerari storico-rurali ricadenti nella rete viaria aragonese – angioina, alcuni dei quali erano stati classificati dalla vecchia “Commissione di reintegra dei regi tratturi”, creata nel 1908.